Contro la caccia e il mangiar carne

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Autore: Lev Nikolaevič Tolstoj, a cura di Massimo Filippi
Titolo: Contro la caccia e il mangiar carne
Luogo e data di pubblicazione: Milano, giugno 2021
ISBN cartaceo: 9788868994242
Prezzo cartaceo: 10 €

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Descrizione

È un filo millenario, che va dai pitagorici agli gnostici, dai catari all’antispecismo contemporaneo, passando per Jean-Jacques Rousseau, Lev Tolstoj, Mahatma Gandhi, Mary Shelley e Rosa Parks, quello che si oppone allo sfruttamento e all’uccisione degli animali non umani. E che, di conseguenza, rifiuta, tra le altre cose, la caccia e l’alimentazione a base di carne e di altri derivati dai corpi animali.

Questo piccolo volume raccoglie una serie di testi di Tolstoj insieme a un brillante ricordo della figlia Tatiana (a cui si aggiunge una postfazione di Chiara Stefanoni), tanto eterogenei nella forma quanto compatti nel contenuto, tanto commoventi nell’intensità letteraria quanto fulminanti nell’impatto etico ed esistenziale. Apparsi tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, questi scritti espongono le ragioni di una scelta che prima di tutto è etica e politica; essi, infatti, «restituiscono con precisione il rapporto tra Tolstoj e la sofferenza degli animali, un rapporto che, pur non abbandonandolo del tutto, eccede il personale per farsi politico» (Massimo Filippi).

L’agnello vivo restava immobile sul bancone, come quello morto, colla differenza che agitava vivamente la piccola coda e i suoi fianchi si sollevavano nel respiro più rapidamente che di ordinario. Il soldato appoggiò, senza alcuno sforzo, contro il tavolo la testa, che la bestiola voleva sollevare; il giovane macellaio, continuando a parlare, afferrò con la sinistra la testa dell’agnello e gli tagliò la gola. L’agnello si contorse, la piccola coda divenne rigida e cessò di muoversi. Il ragazzo, mentre il sangue colava, si riaccese una sigaretta, l’agnello sussultava ancora. Intanto la conversazione era continuata senza un momento di interruzione.

«Ora, moltiplicate questa agonia per 150 miliardi (una stima approssimativa, e verosimilmente per difetto, degli animali messi a morte ogni anno per scopi alimentari, stima che esclude animali di piccola taglia e pesci) e per tutt* le/gli uman* che subiscono una sorte analoga. Quanto vogliamo ancora tollerare lo stato di cose presente? Quanto pensiamo di poter ancora aspettare prima di tornare ad ascoltare il misterioso e potente respiro del mondo?» (Massimo Filippi)

Massimo Filippi, teorico dell’antispecismo, dirige la rivista “Liberazioni”

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