Descrizione
Carne, tanta carne, di qualunque tipo. Chianina, certo! Maiale, soprattutto! Cacciagione, perché no? E whisky, cocktail, vino: buoni sapori, dolci ebbrezze. E poi sigarette, molte sigarette. Perché fumare sostiene il pensiero o, in sua assenza, ne predispone l’arrivo.
Un libro controcorrente! In un mondo ossessionato dal “vivere sano”, un grido di protesta di chi vuole mangiare, bere e fumare quanto e come gli pare, anzi come una volta. Una requisitoria serrata contro talebani della salute, ciarlatani dell’ambientalismo e animalisti demagoghi. Un elogio del vizio che induce a riflettere sulle declinazioni oggi più acclarate di bene – il nostro e quello degli altri – e sulle crociate intraprese per raggiungerlo. Un modo di intendere certi piaceri come l’irrinunciabile ricompensa per la nostra breve vita. Ma soprattutto un caldo invito alla tolleranza. Perché se «il seme del vizio è diffuso, il frutto della tolleranza è raro».