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“A testa in giù”, di Raffalla Formillo


di Giorgia Tarocchi (SaltinAria, 19 ottobre 2014)


– Ritrovarsi capovolti in un turbine di situazioni, con eventi piuttosto diversi tra loro ma legati da un filo conduttore che li fa rincorrere come giostre in un parco giochi, sono i presupposti del nuovo libro della scrittrice psicoterapeuta Raffaella Formillo intitolato “A testa in giù”.

Ritrovarsi capovolti in un turbine di situazioni, con eventi piuttosto diversi tra loro ma legati da un filo conduttore che li fa rincorrere come giostre in un parco giochi, sono i presupposti del nuovo libro della scrittrice psicoterapeuta Raffaella Formillo intitolato “A testa in giù“.

Pubblicato dalla casa editrice Vanda, in formato e-book, il libro presenta una raccolta di dodici brevi racconti che invitano il lettore a guardare il mondo da un’altra prospettiva, che rompe gli schemi classici e che racchiude nel titolo stesso la chiave di lettura.

Due bambine, una donna abbandonata, un internato, un ladro, un tassista ed un bambolaio, sono i principali protagonisti di queste storie folli e sbagliate, ma dal contenuto profondo in cui il senso della vita viene visto come una “ingenua e dolce tristezza”.

Ogni racconto ha un suo genere narrativo ben preciso, che spazia dal diario, all’intima confessione fino ad arrivare all’horror; tenendo il lettore costantemente capovolto in un insieme di sensazioni che lo tengono con il fiato sospeso fino all’ultimo racconto.

Il flashback, cosi come la tecnica della ricostruzione della memoria, sono strumenti utilizzati dalla scrittrice per inviare a chi legge un messaggio ben preciso: stravolgere, ribaltare e riconsiderare la propria opinione, che non si deve soffermare all’apparenza di un singolo punto di vista che ci fa stare con i piedi per terra, ma che deve permetterci di provare a stare “a testa giù” per migliorare la prospettiva di giudizio.


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Giuseppina Norcia: Siracusa. Dizionario sentimentale di una città


di Simona Lo Iacono, (Letteratitudinenews, 22 settembre 2014)


– Con “Siracusa. Dizionario sentimentale di una città” (VandA ePublishing) [Norcia] ha calendato un alfabeto tutto amoroso e senza tempo, in cui ad ogni lettera segue non una definizione ma un sussurro, un gemito, un riconoscimento.

E’ l’alba. Siracusa si sveglia.
Scalpitano i primi passi sul selciato, garriscono i gabbiani.
Sulla vetta della cattedrale, dove prima sfavillava lo scudo d’Atena, si scioglie il sole.
Ecco i barconi carichi di reti che tornano borbottando, mentre i pescatori storditi dal sonno gettano la corda dalla prora.
Ecco la bottega artigiana schincagliare i suoi ciondoli marini, misti a stelle porose e a sassi di lava.
Ecco la vita, passata e presente, che si mescola sotto gli occhi esterrefatti di un turista.
Ogni mattina così, da mille e più anni, in mille e più risvegli sovrapposti, ognuno dei quali ha lasciato una traccia misteriosa, un segnale da codificare, una cicatrice e una ferita.
Come se Siracusa non potesse che essere la somma di ogni tempo e di ogni condizione, di tutte le resurrezioni e di tutte morti.
Per questo non stupisce che nel traffico delle auto, in mezzo ai clacson che strepitano e ululano, si affaccendino ancora calzolai e sarti operosi, che arricciano la vista sull’ago.
Né che tra i passanti impegnati in frettolose faccende, spassino i fantasmi dei coreuti o dei sacerdoti che andavano a pregare nel vicino tempio d’Apollo.
Una confusione di stati e secoli, dunque, Siracusa, di vivi e di trapassati, di chiese nuove erette sulle scaglie di antichissimi templi. Di nomi greci (Gelone, Teocrito, Pindaro) sussurrati tra quelli moderni.
Come raccontarla, allora, senza perdere l’incanto di questa sua indistricabile corposità? Dell’antico come del nuovo, del sacro come del profano, del mitico come dell’ordinario?
Per Giuseppina Norcia non è stato difficile.
Siracusana e laureata in lettera classiche, Giuseppina, che ha lavorato per oltre un decennio presso l’Istituto Nazionale del Dramma Antico, da moltissimo tempo studia la cultura classica e le sue “persistenze” nella contemporaneità.
Con “Siracusa. Dizionario sentimentale di una città” (VandA ePublishing) ha calendato un alfabeto tutto amoroso e senza tempo, in cui ad ogni lettera segue non una definizione ma un sussurro, un gemito, un riconoscimento.
Vocali che ricordano la bellissima Ninfa trasformata in acqua e proveniente dal regno delle notturne esperidi (A, come Aretusa).
Consonanti che dicono della materia di cui Siracusa è fatta, tutta impressa di luce propria (C, come cave di pietra).
Lettere che invocano nomi (D, come Dionisio), scrittori (V, come Vittorini), cibi fragranti e colorati (Z,come zucchero).
Un abecedario dei sensi e della memoria, che non si limita a indicare luoghi ma a riviverli in una sconcertante attualità, rendendo omaggio a quella frotta di dèi del passato che ancora sovrastano il nostro cielo, e agli uggiolanti canti che ancora fanno trepidare le scalinate del vecchio teatro.

– Giusi, le chiedo ancora scossa dalla meraviglia di queste pagine, com’è nato questo viaggio nella Siracusa del nostro tempo e di tutti i tempi?
Talora intraprendiamo viaggi senza neanche accorgercene. Questo accade soprattutto con i percorsi interiori che hanno un tempo emotivo e il dono dell’invisibilità.
Di Siracusa ho sempre amato la luce e questa pietra bianca scavata dall’acqua, la roccia da cui la città è stata ‘estratta’ e forgiata come se fosse una scultura vivente.
Credo che i primi semi di questo libro risalgano ai miei vent’anni, quando studiavo lettere in Lombardia e trascorrevo molti mesi lontana dalla Sicilia: ad ogni ritorno visitavo luoghi (che tra l’altro, paradossalmente, erano spesso oggetto dei miei studi universitari) e trascorrevo interi pomeriggi nell’isola di Ortigia che molti giovani come me stavano riscoprendo, dopo anni bui, di dimenticanza. Tra i testi e gli appunti di quel periodo ho ritrovato frasi e spunti che avrei riutilizzato, senza accorgermene, molto tempo dopo, scrivendo questo libro.

– Il titolo “dizionario sentimentale”, già fa comprendere la assoluta originalità del viaggio che tu proponi, perché la caratteristica del dizionario dovrebbe essere quella di dare aride definizioni, mentre invece tu – lettera dopo lettera – introduci il lettore in una narrazione colma di suggestione, che attinge al mito e alla storia, alla fantasia e alla realtà. Perché narrare Siracusa attraverso l’alfabeto?
Ho sempre immaginato i dizionari non come freddi strumenti analitici ma come scrigni di parole, tesori cui attingere per dare corpo al pensiero e alle immagini che affollano la nostra mente. Quando ‘entriamo’ dentro una parola, svelandone il significato profondo e l’immagine originaria che essa contiene, si libera un’energia immensa, come fosse un atomo. Le parole sono come mandorle – diceva Chiara di Assisi -: dentro il loro guscio si nasconde un frutto meraviglioso, con la sua fragranza, il suo gusto.
Tornando al libro, tra le miriadi di parole che avevo a disposizione, ho poi scelto quelle che sentivo in risonanza emotiva con la mia vita e con l’anima di Siracusa: così, questo scrigno di luoghi e parole è divenuto ‘sentimentale’.

– Ciascuna voce risente di una approfondita indagine e di studio appassionato. Come si è svolto il tuo lavoro di stesura?
La stesura è stata ibrida e multanime, come la città cui il libro è dedicato. Momenti e ingredienti diversi (ma tutti irrinunciabili) si sono mescolati tra loro: il patrimonio di storie e memorie che si trasmette solo da vita a vita, lo studio di alcuni tra i moltissimi testi di valore dedicati a Siracusa, le visite ai siti svolte non come sopralluoghi tecnici ma come veri e propri viaggi…Soprattutto, scrivendo questo ‘Dizionario sentimentale’ ho avuto l’occasione di imparare che il viaggio è una condizione mentale, non dipende da quanti chilometri percorriamo ma dallo spirito di ricerca e dal piacere che lo anima.

– Infine tre lettere tra le più amate e altrettante definizioni con cui incuriosire chi ci legge!
Non saprei dire quali siano le mie lettere preferite perché non potrei rinunciare a nessuna di loro: un fil rouge unisce ogni capitolo all’altro rendendolo una tessera indispensabile del mosaico.
Quel che posso dire è che ho cercato di mantenere sempre vivo il legame tra i luoghi e le storie in essi ambientate, fino a renderli inscindibili. La mia sensazione è che le vite che si sono avvicendate, i fatti storici, le leggende rimangano ‘attaccati’ alle pietre divenendo parte della loro anima. L’ombra del tiranno Dionisio si allunga ancora sul Castello Eurialo e sulle Latomie, Aretusa continua a raccontare la sua storia tra le acque della sua Fonte, sentiamo i versi struggenti del poeta di Ibn Hamdis e le parole di Vittorini quando il sole tramonta e il vento inonda d’oleandri le vie di Ortigia. L’amore per il teatro rivive nell’immensa cavea del Temenite, così come nel nostro modo di stare a tavola, o nel gusto del racconto.
Siracusa è questo e molto altro ancora, non resta che scoprirlo leggendo…

– Grazie Giusi, grazie di questo viaggio nel cuore della nostra bellissima città.

* * *

Giuseppina Norcia è nata a Siracusa nel 1973. Ama la musica, il mare, la buona cucina e i racconti intorno al fuoco. Da anni si occupa di divulgazione culturale, con particolare riferimento al teatro antico, alla cultura classica e alle sue “persistenze” nella contemporaneità. Ha realizzato progetti didattici con università italiane e straniere e ha lavorato per oltre dieci anni presso la Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico). Negli ultimi anni ha tenuto corsi di drammaturgia antica e coordinato laboratori per ragazzi sul teatro classico, la lingua italiana e la trasformazione creativa dei conflitti. È autrice di contributi, di taglio sia scientifico sia divulgativo, relativi alla storia di Siracusa e alla messinscena contemporanea della tragedia greca, pubblicati su riviste specializzate (tra cui Dioniso), e di articoli sulla filosofia e sulla religione buddista. Con Giovanni Di Maria ha realizzato l’audiovisivo Le Ragioni di Antigone (Videoscope, 2006), monografia dedicata all’Antigone di Sofocle e ad alcune “riscritture novecentesche” del mito; è autrice del libro L’Isola dei miti. Racconti della Sicilia al tempo dei Greci (VerbaVolant, 2013).


 

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Gloria, oblio. E luce. Biografia di Siracusa


di Alessandro Cannavò (Corriere della Sera, 9 agosto 2014)


– Un ebook sul passato e i tesori della provoncia. Dalle leggende alle illusioni di Platone. Anche Vittorini ne fu sedotto.

La luce. Accecante, per la pietra calcarea che forgia la struttura dei palazzi. Il buio. Delle stupefacenti latomie, delle catacombe, dei bagni ebraici. La luce e il buio. Con Siracusa. Dizionario sentimentale di una città (in versione ebook) di Giuseppina Norcia, divulgatrice culturale, studiosa di teatro antico e cultura classica, ha fatto di questo contrasto il perno di un’affascinante narrazione che lega con un filo di Arianna passato e presente.

Chi viene per la prima volta a Siracusa rimane abbagliato dalla bellezza di Ortigia, l’isolotto-quartiere che compete nel suo chiarore lo scintillio del mare. Un incanto con il forte sapore dell’immaginazione; che non vede (o poetizza) la fatiscenza di mlti edifici, mosso salle suggestioni di mito e storia. E allora bisogna ripercorrere la leggenda della ninfa Aretusa e del fiume Alfeo, suo spasimante, per capire una città circondata dall’acqua salata ma che deve la sua fortuna alle acque dolci.

o rievocare, mirando il tramonto sulla baia naturale del porto vecchio (ogni tanto approdo di yatch di emiri e rockstar), l’eoica e vittoriosa battaglia navale contro gli ateniesi che sancì la potenza della Siracusa greca. O ancora contemplare, dalle alture del Castello Eurialo, i resti delle mura monumentali volute dal tiranno Dionigi e nel contempo fissare attoniti la distesa di ciminiere dello stabilimento petrolchimico, lungo la costa a nord della città, tempio moderno di un illusorio sviluppo economico. L’illusione fu già di Platone che pensava di cambiare Dionigi e il suo erede Dionigi II, applicando qui la sua idea di governo guidato dalla filosofia; ma anche Elio Vittoini, che a Ortigia crebbe enlla casa dei nonni e tornò nel ’43 pensando di radunare alcune forze di liberazione: l’addio a Siracusa fu con una bella nuotata davanti al lungomare di Levante.

Gloria e oblio. La potenza immagnifica della tragedia greca portò qui Eschilo a creare un paio di opere; salvò alcunii prigionieri ateniesi perchè conoscevano a memoria i versi di Euripide; cento anni fa spinse il grecista Ettore Romagnoli a recuperare il magnifico teatro antico, ridotti a scenario di pascoli e lavandaie. E poi l’immaginazione-ossessione di Maupassant, venuto nel 1885 solo per ammirare la Venere Landolina appena ritrovata, come se fosse un’amante in carne e ossa.

Tutto scompare e riappare, a Siracusa, come i suoi fiumi carsici. E Norcia trova la metafora ideale in Archimede, immerso nelle sue ultime formule mentre la ciittà cedeva all’assedio dei Romani: la sua tomba ben presto ignota ai siracusani, trovata poi da Cicerone e di nuovo sparita; il suo Metodo cancellato secoli dopo con del succo di limone, ricodificato, ricomparso e poi riemerso e battuto all’asta da Christie’s. un gioco di specchi senza fine.


 

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Siracusa. Dizionario sentimentale di una città


di Brunella Bonaccorsi, (Sicilia&Donna, 2 luglio 2014)


– Siracusa. Dizionario sentimentale di una città, prima ebook, tra i primi indicati in Amazon e da Giugno in cartaceo (a Siracusa è già un bestseller) nasce dall’incontro tra una casa editrice tutta al femminile ed un’autrice siracusana.

Siracusa. Dizionario sentimentale di una città, prima ebook, tra i primi indicati in Amazon e da Giugno in cartaceo (a Siracusa è già un bestseller) nasce dall’incontro tra una casa editrice tutta al femminile ed un’autrice siracusana.

VandA si presenta così “VandA. Non è una bambola, non è un pesce e neanche un’operazione della Cia… è una casa editrice digitale, indipendente, che opera a livello globale secondo una logica di condivisione e complicità.” Anche la data di fondazione non è casuale: VandA.ePublishing è stata fondata a Milano l’8 marzo 2013 da tre professioniste del campo editoriale. Vicki Satlow, presidente della omonima Agenzia Letteraria, che ad oggi rappresenta più di 50 autori di tutto il mondo, Angela Di Luciano, per 13 anni Senior Editor della Divisione Libri di Economia e Management del Gruppo 24 ore e che ha introdotto in Italia gli studi sulla Womenomics e Silvia Brena, scrittrice ed editorialista, nonché docente di Teorie e Tecniche di Comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano. Insomma un trio esplosivo, che ha deciso di puntare su un libro splendido, apprezzato anche da grossi editori ma che il mercato editoriale oggi vede complicato da “collocare” come genere e come vendita.

Giuseppina Norcia ci spiega: “La natura ibrida del libro, tra memoire, guida e romanzo può essere per un editore un punto di debolezza oppure un punto di forza. VandA.ePublishing e Angela hanno creduto nella sua particolarità e spero che andremo lontano”. Un libro rivolto ai viaggiatori ma anche agli abitanti della città di Siracusa, perché continua Giuseppina “Viaggiare è un fatto mentale, è lo sguardo con cui ti muovi, anche se per un Siracusano il libro mette in gioco il rapporto con le proprie radici. Questo libro ha avuto una lunga gestazione, che si è nutrita di passeggiate tra le strade di Siracusa, di silenzi, di letture, di ascolto, ma soprattutto dello sguardo su Siracusa che mi hanno restituito delle persone straniere. A distanza, quando mi trovavo negli Stati Uniti, amici americani che conoscevano la città mi hanno ridonato occhi sognanti su di essa.”

Il libro ha una curiosa struttura, va per ordine alfabetico, come un dizionario, ma mescola emozioni e narrazione storica, come mai?

“È vero ho scelto la struttura semplice del dizionario per poter collocare in modo irregolare storie, luoghi e personaggi. A me colpisce della Storiografia antica la presenza dei dialoghi, in Tucidide, in Erodoto. La questione è: come raccontare un fatto storico senza renderlo algido? Perché bisogna dare conto del fatto che la vita irrompe sempre. L’oggettività è un’illusione. Resto una classicista nel bisogno di dare una architettura alle cose, ma ho voluto unire ragione e sentimento, fare entrare l’irrazionale per poter disciplinare l’emozione. Ho preferito un’ottica soggettiva, guardando la città dal punto di vista dei personaggi, che l’hanno attraversata, e Siracusa in questo ha tratti di universalità,  e dal punto di vista delle emozioni che sono rimaste impigliate nei luoghi, le vicende avvenute, le intenzioni…”

 Il libro rende bene l’esperienza di chi osserva Siracusa nelle sue stratificazioni continue e simultanee

“La simultaneità è parte del genius loci. Quando cammini tra queste vie e mentre osservi un tempio dorico incroci una scala catalana e subito dopo un archetto medievale da cui puoi intravedere il mercato del pesce: percepisci in simultanea diverse epoche. Se le scomponi è un artificio. Siracusa è un palinsesto, per questo ho scelto di raccontarla mescolando i periodi storici, i luoghi, i sentimenti”

C’è anche una percezione non lineare del tempo che caratterizza il libro

“Si, il tempo ciclico è anche un modo di narrare, da Sherazade a Borges, in cui siamo tutti seduti in cerchio e ciascuno narra un pezzo della storia, senza la pretesa che sia tutta la storia. Il libro vorrebbe offrire anche uno slancio al lettore per continuare a narrare, a incantarsi di questa città. Questo è il mio desiderio per questo libro.


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Chiara Aurora Giunta: «La mia Maria, simbolo delle siciliane che non si arrendono»


di Danila Giaquinta (SiciliaInRosa, 2 luglio 2014)


– Genere, commedia. Ambientazione, anni Sessanta. Location, Catania. Trama: una donna del popolo si ritrova senza marito e con cinque figli a carico. Non è un film ma un romanzo.

Genere, commedia. Ambientazione, anni Sessanta. Location, Catania. Trama: una donna del popolo si ritrova senza marito e con cinque figli a carico. Non è un film ma un romanzo. Maria Recupero della Pescheria è l’ebook della scrittrice catanese Chiara Aurora Giunta edito da VandA. epublishing e pronto per il carrello da qualche mese.

Dopo una lunga carriera cartacea fatta di racconti e saggi per ragazzi e una serie di romanzi rosa, che hanno in comune un’impostazione storica, l’autrice approda al digitale. «Nella crisi dell’editoria è una proiezione nel futuro. Mi piace sperimentare – racconta divertita – ho fiducia nell’avventura intrapresa con Vicki Satlow, la siracusana Angela Di Luciano e Silvia Brena, le tre signore che stanno dietro questa casa editrice che pubblica on line».

Tutto ha inizio negli anni del boom, quelli in cui le case cominciano a riempirsi di frigoriferi e lavatrici e le donne ad avere più tempo libero anche per riflettere. Anni in cui, mentre circolano le Topolino e si formano le prime file ai caselli, tanti nodi vengono al pettine. In primo piano ci sono una donna e Catania, sullo sfondo la società italiana e la potenza del sesso debole.

«Attraverso il suo personaggio e in chiave comica – spiega l’autrice – racconto i problemi delle famiglie prima delle leggi sull’aborto e sul divorzio. Lei è molto forte e molto siciliana: è pratica, passionale e, in un modo o in un altro, se la cava. Descrivo la città e il Paese, come si viveva. La tv non era per tutti, c’erano i primi 45 giri e il mangiadischi. Si cominciava a parlare di sesso. Non è detto che Maria sapesse cosa fosse pur avendo fatto cinque bambini. E nella contrapposizione con le figlie si coglie come la società pian piano stesse cambiando».

Il marito emigra, non dà più notizie né manda soldi e lei si trova a giocare quel doppio ruolo che le donne conoscono da anni: portano il pane a casa e si prendono cura della famiglia. Maria si mette a vendere pesce con lo zio che ha un bancone alla pescheria. Il tutto con un testo in italiano spruzzato di dialetto. «Nei dialoghi il verbo è alla fine e li ho scritti come se sentissi parlare – continua la Giunta –. Una provocazione, quella di inserirla in un mondo di uomini. Volevo ribaltare la visione del maschio che decide e lo stereotipo della siciliana sottomessa. Vivo a Milano da 40 anni e all’inizio spesso mi chiedevano: “ma è vero che vi vestite ancora col velo?”. Il motore delle famiglie erano le donne e nella protagonista ci sono tante di quelle forti che ho conosciuto, come mia nonna: se n’è andata a 105 anni, era già separata prima della Seconda Guerra Mondiale e la chiamavano ‘la leonessa’».

Quando ci si tuffa nel passato, viene da chiedersi se qualcosa è cambiato. In quale Catania vivrebbe oggi Maria? Farebbe la pescivendola? E le donne, come se la passano? «La società è cambiata con la riforma del diritto di famiglia – conclude la scrittrice -. Le siciliane hanno sviluppato quello che era dentro di loro raggiungendo gli obiettivi mancati da mamme e nonne. Credono di avere di più ma hanno perso altro. C’è chi, per lavoro o carriera, deve rinunciare alla maternità o la rimanda fino a che la natura ha fatto il suo corso. Insomma, qualcosa si rincorre sempre. Oggi Maria non aspetterebbe il marito, non farebbe tanti figli. Il nuovo compagno non resterebbe sullo sfondo e una delle figlie che ha un’inclinazione omosessuale, che neppure riesce a cogliere, porterebbe la compagna a casa. Insomma, la protagonista avrebbe altri problemi ma resterebbe quella passionalità tipica delle siciliane. Catania è diversa fisicamente, si è allargata e vive anche di notte.

Allora la vita era concentrata nel centro storico e di sera le strade erano poco illuminate e vuote.

Molti gli edifici in stato di abbandono, i palazzi sventrati dalle bombe. In quegli anni parte la speculazione edilizia e l’idea che fosse bello solo il nuovo. Non c’era come adesso la cultura della conservazione e del restauro».


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Libro d’amore e di memoria. Un dizionario sentimentale per un viaggio incantato


di Prospero Dente (iN, giugno 2014)


«La vera magia di questa terra le rimane attaccata addosso, traluce nel ricordo, tra suggestioni e mitologie, ma può non essere riprodotta altrove, se non in forma di fantasia o di sogno. È questo il suo incantamento, la sua maledizione, la sua ragione, forse, di tanti ritorni».

Giuseppina Norcia, autrice di Siracusa. Dizionario sentimentale di una città (VandA ePublishing, 5,99 €, ebook) ha scelto di viaggiare dentro la sua città per ben sette anni. Ha studiato, guardato, scoperto e riscoperto, imparato; è rimasta meravigliata, incantata, a volte in silenzio. Alla fine del viaggio questo lubro, a metà tra guida e romanzo. Parole dense di storia, aneddoti, nostalgie e memoria. Parole piene, soprattutto, di un incantamento unico per questo luogo.

«Senza memoria, quella feconda, non ci può essere racconto – sottolinea l’autrice mentre conversiamo a pochi metri dal tempio di Apollo – Questo libro mi ha regalato pomeriggi favolosi con viaggi low cost. Prima l’ho immaginato, poi sono passata alle letture, quindi ai luoghi».

Giuseppina Norcia ha una dote importante: riesce a risponderrti raccontando. Le sue risposte non sono fredde, dovuteper rispetto all’interlocutore; si regala con la narrazione ene viene fuori un ulteriore percorso attraverso i secoli e i siracusani di ogni epoca.

«I ricordi e le parole di nonna felicetta – citando una donna importante nel suo cammino – mi hano aiutatata molto. Grazie a lei ho seminato conoscenza e poi raccolto. I tempi dell’agricoltur, infatti, sono quelli della vita. Quelle parole e quei racconti, ma penso anche ai libri di Corrado Piccione, sono stati per ,e uno stimolo verso il futuro».

E questo intende proporre questo Dizionario sentimentale, un grande senso di fiducia verso Siracusa e la sua gente. «Ho incontrato tanti siracusani innamorati della propria città – aggiunge la Norcia – Ho trovatp tanti compagni di viaggio che hanno incoraggiato il cammino».

Il libro scorre appassionante viaggiando nel tempo, anche, attraverso aneddoti e curiosità che hanno preso la stessa autrice. «Dovessi citarne alcuni – continua – penserei, certamente, alla storia dei prigionieri ateniesi liberati dai siracusani per aver recitato loro a memoria alcuni versi di Euripide; l’idea sottesa che la poesia, la parola possa salvarci la vita. E poi, ancora, la storia delle ceneri di Pirandello raccontata da Corrado Sofia. L’idea di queste ceneri in viaggio dentro un vaso chiuso in una scatola, e di quel treno verso la Sicilia in cui questa scatola fu usata come tavolo per giocare a carte dagli ignari viaggiatori. C’è tutto éirandello, e molta Sicilia, in questo ironico, paradossale racconto».

Il dizionario sentimentale di Giuseppina Norcia, da anni impegnata nella divulgazione culturale con particolare riferimento al teatro antico, alla cultura classica e alle sue “persistenze2 nella contemporaneità, elenca i miti e le leggende, le storie, le ferite e le gioie di questa città. Un libro che si scorre calandosi nell’atmosfera che non è solo greca, ma piena e totale dell’essenza multiculturale che impregna ogni angolo.

«È un libro destinato all’incompletezza – suggerisce l’autrice confessando una sua impressione – Un libroche può essere continuato dal lettore al quale offro la staffetta». Quasi un invito a viaggiare, nella storia e lungo le strade ed i vicoli attraversati migliaia di volte ma, probabilmente, mai veramente osservati e compresi.

Siracusa. Dizionario sentientale di una città, è sicuramente un atto di amore e, allo stesso tempo, l’occasione di una riscoperta importante. È, anche, uno strumento di promozione di una città in crisi come altre ma ancora viva e pulsante. «Non penso sia troppo tardi; – sottolinea decisa – alcune cose sono cambiate. Credo sia il momento giusto, senza snaturare nulla, per un turismo che nasce con le caratteristiche dei luoghi. L’accoglienza è un’arte; noi abbiamo il privilegio di girare il mondo rimanendo qui».

Il libro, che la stessa autrice vorrebbe «avesse un destino nel mondo», è nato a Newport, a migliaia di chilometri. «Ho dovuto guardarla da lontano per vederla intera – si legge nel prologo – nella vertigine di un giorno di vento e vele spiegate a Newoport. Perchè se è vero che basta un punto di appoggio per sollevare il mondo, bisogna poi trovare la buona distanza, il braccio lungo della leva, per portalo in alto, quel mondo, e vederlo galleggiare su di noi, come se non avesse peso».

«Nutro la fiducia – mi saluta mentre camminiamo sotto il sole che tramenta e ricolora le pietro attorno – che questa nostra capitale possa ancora risplendere. Dobbiamo solo “creare il tempo”…».

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VandA.ePublishing è una casa editrice digitale e indipendente, che opera a livello globale secondo una logica di condivisione e complicità. Punta su una piattaforma di contenuti e di autori di vario genre: fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro, letteratura per bambini, in diverse lingue in tutto il mondo. VandA.ePublishing è stata fondata a Milano l’8 marzo 2013 da tre professioniste nel campo editoriale: Vicki Satlow, agente letteraria, Angela Di Luciano, editor e pubblicista, e Silvia Brena, scrittrice e giornalista.


 

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Il dittatore riluttante


di Giuliano Milani (Internazionale, 28 aprile 2014)


– Nell’attesa di sapere cosa sarà di Bashar al Assad è utile questa biografia che ne ricostruisce la carriera.

Anna MomiglianoIl macellaio di Damasco
VandA epublishing, ebook. 

Nel marzo del 2008 durante una riunione della lega araba dopo la morte di Saddam Hussein, Gheddafi esclamò: “Come può un prigioniero di guerra, il presidente di un paese arabo e anche un membro della Lega araba, essere appeso alla forca senza che nessuno dica nulla?”. Poi, di fronte alle risate dei leader tunisini, siriani, egiziani, aggiunse: “Ma non capite che ognuno di noi potrebbe essere il prossimo?”.

Sappiamo come è andata a finire per molti dei presenti. Nell’attesa di sapere cosa sarà di Bashar al Assad è utile questa biografia che ne ricostruisce la carriera: dalle premesse, le lotte interne al clan dominato dal padre, fino alla lunga e sanguinosa lotta che conduce oggi contro gli oppositori, riuscendo a destreggiarsi nonostante le pressioni. Per ora il risultato è che “quello di Assad è l’unico governo al mondo che abbia gasato i propri cittadini e ne sia uscito più legittimato internazionalmente di prima”.

Escono male governi e giornalisti di Europa e Stati Uniti: da subito pronti a scommettere su un leader di cui si decantava “l’educazione occidentale” anche se aveva passato a Londra poco più di un anno; poi convinti della sua capacità di produrre democrazia esclusivamente per mezzo di riforme economiche; infine incapaci di distinguere la realtà dalla versione propagandata dal regime, in merito tanto alla vita familiare quanto alla repressione dei ribelli.


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Siracusa. Dizionario sentimentale di una città


di Anna Vallerugo (Satisfiction, 2014)


– Rispetto e amore: non c’è pagina di “Siracusa Dizionario sentimentale di una città” (VandA epublishing) di Giuseppina Norcia che non lasci trasparire entrambi, nella tangibile profondità del legame che lega l’autrice – scrittrice giovane, entusiasta divulgatrice culturale, esperta di drammaturgia classica –  alla sua città.

Un legame vivo, tutt’altro che fine a se stesso, che le concede la grazia di stilare un suo personale percorso di conoscenza tra storia, arte e mito siracusani, costruito sulla falsariga della guida turistica ma disposto secondo uno criterio alfabetico emozionale stupefacente che ne fa vero romanzo.
Il solco in cui si muove Norcia è quello del “manuale colto”: chi si accosta a questo libro vi troverà certo precise indicazioni per imbastire una significativa visita personale della città.
Il bello però (e ce n’è molto), viene dopo.  Dal potenzialmente arido elenco di “must see”, Giuseppina Norcia si distacca in modo dichiarato fin dalle prime righe, dove annuncia un percorso tra  memorie e agnizioni, tra la pesante eredità siracusana di un passato stratificato e la vitalità della Sicilia del presente.
“Di Siracusa potrei dirti molte cose, ma sarebbe come non dirti nulla”, spiega l’autrice, attaccando frontalmente il lettore.  “Perché la città dei desideri scivola sempre dentro quella della realtà, la modella, la inventa a tal punto da non sapere io stessa  quale sia la verità.

Il modo in cui raccontiamo una città non è che lo specchio della nostra anima. Ho sognato di essere felice, qui.  Un mosaico di infinte storie guariva una terra malata. Ma ho visto anche città diverse separarsi sotto lo stesso nome o succedersi indifferenti e distratte, senza neanche guardarsi. Allora ho sentito come un suono di solitudini, di fughe immaginarie, di incolmabili distanze. Così non so dire se Siracusa sia una città felice o infelice.”

E’ solo ponendosela alle spalle dopo “averla abitata”, dice, e “lasciato che mi abitasse”, in una concreta lontananza geografica (un po’ come succede a certi grandi amori, che si inquadrano in tutta la loro potenza solo prendendone una necessaria, salvifica distanza), andando ad abitare lontanissima, a Newport, l’autrice riesce a coglierne finalmente l’anima e “china sul suo cuore di conchiglia” arriva a sentirne l’ “alfabeto segreto”.

Dalla A di Aretusa, la ninfa greca che a Siracusa trovò casa, alla zeta di Zucchero, presenza costante e copiosa  delle leccornie del quotidiano, è tutto uno svolgersi di inviti a scoprire gli angoli noti ma soprattutto quelli più reconditi, intimi, della città, e dei cui splendori estasianti l’autrice ci rende partecipi portandoci con forza “dentro una Bellezza insostenibile”.

Norcia non “suggerisce” la visita: ci incalza, con un trasporto amorevole e contagioso e con un scrittura sorprendente, sorretta da un linguaggio colto e da un bagaglio di conoscenza che trasmette in totale assenza di qualsivoglia forma di pedanteria.

Più che nelle inevitabili descrizioni di vestigia antiche, fontane, piazze, angoli barocchi, dei retaggi di presenze greche, arabe, ebraiche, di interminabili assedi, di vittorie e sconfitte, di personaggi a vario titolo legati a Siracusa, (da Platone a Vittorini, tra gli altri, passando per Maupassant), Giuseppina Norcia incanta con i ritratti del presente, del piccolo, del quotidiano, che acquisiscono nelle sue pagine piena dignità di racconto.

E’ nella descrizione delle stradine secondarie che nessuno conosce, dei bassi trasudanti sensualità incontenibile, è nelle “imperfezioni colme di gioia” di vicoli gravati di “respiri d’ombra” (la cui apparizione inattesa potrebbe interrompere i nostri propositi di visita propriamente turistica e instillarci il dubbio “se continuare a camminare, diritti verso il mare, o rallentare il passo per farsi toccare da questa vita che vibra dietro le tende, dentro quei muri pieni di cicatrici, e ascoltarla, rispettosamente, senza fare rumore”), che Norcia prende voce alta, e tutta sua.

Uscendo dalla semplice funzione di vademecum, di guida, ogni storia si espande, tracima il passato, arricchisce il presente di senso e vita: Giuseppina Norcia  ha la capacità di penetrare e com-prendere tutta la bellezza dell’ “infinitamente piccolo” che irrompe nella vita, disarma ogni calcolo, sa riempirci di doni inattesi”, così come di com-prendere e fare proprio il mito, presenza visibile e invisibile, scenografia sostanziante.

E’ compito non facile, che presuppone facilità di parola e una solida “intelligenza sentimentale”: caratteristiche che in questa giovane scrittrice ci sono tutte e che fanno ben sperare nel suo futuro nel mondo delle lettere.


 

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Gli ebook di VandA: l’editoria in crowdfunding


di Giuseppe Matarazzo (Avvenire, 11 marzo 2014)


– «Il 50% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno? Noi ci proviamo lo stesso».

«Il 50% degli italiani non legge nemmeno un libro all’anno? Noi ci proviamo lo stesso». Ed ecco una nuova casa editrice. Tutta digitale, indipendente e senza confini. Che punta sull’innovazione, che si sostiene con la «finanza popolare» e parla al femminile. Si chiama VandA e ha il volto di tre donne, già affermate, ma con tanta voglia di scommettersi in una iniziativa tutta loro: Vicki Satlow, da Boston, in Italia da vent’anni, dirige una nota agenzia letteraria con più di 50 autori di tutto il mondo; Angela Di Luciano, siracusana trapiantata a Milano, a lungo redattore della Garzanti e poi senior editor alla divisione libri del Sole 24 Ore; Silvia Brena, giornalista e scrittrice milanese, direttore di diversi femminili e oggi Ceo di Network Comunicazione e docente all’Università Cattolica. «Le riflessioni sul futuro ell’editoria e la spinta a metterci in discussione ci hanno aperto un mondo- spiega Angela Di Luciano, che ha lasciato il gruppo di via Monte rasa per catapultarsi in questo progetto- Così l’8 marzo scorso, senza troppo pensare alla data, abbiamo avviato questa start up: una casa editrice che nuota controcorrente. Che pubblica solo ebook, si muove sul web, usa le nuove tecnologie, e si finanzia con il crowdfunding sulla piattaforma limoney.it. Nel mondo dell’ediptoria sta cambiando tutto. E allora bisogna davvero avere il coraggio di modificare l’approccio».

La lettura digitale interessa ormai – secondo gli ultimi dati dell’Aei – il 10% della popolazione e se 6 italiani su 10 non leggono nemmeno un libro all’anno, il 21,5% dei lettori tradizionali ha avuto un contatto con il libro digitale. Nel 2011 questa percentuale era appena del 2,3 %. C’è, insomma, un mondo in evoluzione. E VandA a questo mondo vuole parlare. «Pubblichiamo autori di qualità già noti o esordienti – spiega la Di Luciano -, li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in libreria, anche se recenti, perchè ormai fuori catalogo. Ci crediamo moltissimo e siamo sicure che la nostra scelta possa davvero fare la differenza». Il vintage con un Dna digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community. Superando le logiche distributive attuali e senza le costrizioni della carta, VandA può permettersi di rischiare e sperimentare. Nel 2013 sono stati pubblicati 60 titoli in varie collane – 28 novità e 32 riedizioni di fuori catalogo – con l’obiettivo di arrivare a 100 titoli all’anno. Domani due nuove uscite:  «Il conflitto fra le donne» di Sofie della Vantah sulla tendenza femminile a non fare squadra, e «Per donare» di Genevieve Vaughan, un testo sull’economia del dono legata all’attitudine delle donne alla cura a generare la vita.

Oggi VandA compie un anno. La squadra coinvolge altre sei persone. La scommessa è solo all’inizio, ma il sentiero è tracciato. In rete.


 

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VandA, una casa editrice alla scoperta delle persone


di Geraldina Morlino (MenteLocale, 5 marzo 2014)


– Oggi, davanti a noi, si presenta VandA. Vuole raccontarci qualcosa di sé. Si tratta forse di una bambola, un pesce o un’operazione della Cia? Nulla di tutto questo. VandA. epublishing è una casa editrice digitale e indipendente, creata da tre donne con una grande passione verso i libri.

Oggi, davanti a noi, si presenta VandA. Vuole raccontarci qualcosa di sé. Si tratta forse di una bambola, un pesce o un’operazione della Cia? Nulla di tutto questo. VandA. epublishing è una casa editrice digitale e indipendente, creata da tre donne con una grande passione verso i libri.

Dopo anni di esperienze nel settore, hanno sentito l’esigenza di una strada alternativa, lontana dalle dinamiche in cui, nella maggioranza dei casi, si muove l’editoria attuale. Le professioniste che l’8 marzo 2013, a Milano, hanno fondato la nuova casa editrice digitale sono: Vicki Satlow, Angela di Luciano e Silvia Brena.

Angela di Luciano, editor e pubblicista, ci spiega le scelte. «Tengo subito a precisare che lavoriamo attuando una strategia per singolo autore. Il lato umano, infatti, è il fulcro della nostra attività. Inoltre identifichiamo, per ciascun libro, il percorso più consono. Come facevano gli editori di una volta».
Viene riservato particolare interesse alle opere fuori catalogo. «Si tratta di libri, magari recenti e validi, che non raggiungono un certo numero di vendite annuali. A causa delle leggi di mercato, sono condannati al macero. Trasformandoli in formato digitale, possiamo recuperarli e rimetterli in circolazione come ebook».

Vanda.epublishing punta sul talento, sia di autori già pubblicati che sconosciuti. «Troppi scrittori vengono presto dimenticati o, addirittura, le loro doti completamente ignorate. «È la conseguenza di un sistema rigido, dove prevalgono requisiti letterari o di genere prestabiliti. Noi crediamo, invece, in una lettura libera da schemi e omologazioni». Al contrario, qui la scelta di temi e generi risulta davvero varia. «Presto presenteremo anche una collana Lgbt, fondamentale per arricchire la nostra offerta. Inoltre, ci interessa aprirci al mondo, non solo all’Italia. Garantiamo, quindi, una diffusione in lingue e mercati diversi».

Ora conosciamo qualcosa in più su VandA. Ha vivacizzato la nostra curiosità. In sintesi, come leggiamo sul sito «è una casa editrice digitale, indipendente, che opera a livello globale secondo una logica di condivisione e complicità». Il percorso di ricerca e scoperta delle persone, per Vicki, Angela e Silvia, è importante quanto valutare e valorizzare i loro scritti. Esistono elementi decisamente stimolanti per continuare a crescere.


 

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Tutti all’asta di nome VandA


(Corriere della Sera, 20 febbraio 2014)


– Un’asta di nome VandA. Oggi allo spazio di via Cenisio al 16 (dalle 19, iscrizioni su www.vandaepublishing.com).

VandA. è un originale e un po’ folle progetto editoriale con dna digitale (e tutto al femminile) che ha… tre teste. Vicki Satlow, celebre agente letteraria, l’editor e pubblicista Angela Di Luciano e Silvia Brena, scrittrice e giornalista. VandA. sta per le iniziali dei nomi delle prime due unite da «and» più un punto a rappresentare la terza socia. E anche fuori dai confini. i titoli, tradotti in inglese, vengono resi disponibili per un pubblico più allargato. «Non siamo in competizione con gli altri editori», spiega Satlow, «a volte lavoriamo fianco a fianco. Con alcuuni autori facciamo da apirpista, pubblicandoil nuovo libro in formato elettronico prima che cartaceo, nell’interesse dell’autore e del libro». Nata un anno fa VandA. Conta già 60 titoli e una squadra di nomi noti, tra i quali Andrea G. Pinketts, Roberta Schira, Luca Ricci, Alfio Caruso e la superstar Susanna Tamaro. Libri introvabili, vintage. Dietro VandA. c’è un’idea che merita di essere sostenuta: è la prima casa editrice in crowdfunding. Fino a metà marzo si può finanziare il progetto (su Limoney.it), in cambio VandA. offre una community tra lettore e autore, serate esclusive con l’autore o l’ingresso nel comitato editoriale. Al «Party con asta», con il collettivo NomadidiParole, tra i pezzi battuti la òprima edizione con autografo di «Va’ dove ti porta il cuore».


 

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Crowdfunding


(Il Sole 24 Ore, 2 febbraio 2014)


– Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista, direttore di magazine e oggi a capo di un’importante agenzia di comunicazione, hanno dato vita a VandA.ePublishing, nuova casa editrice digitale, indipendente, senza confini.

VandA. è una casa editrice innovativa, che sfrutta le possibilità offerte dalla rete e le nuove tecnologie per un approccio diverso al mercato editoriale. Nasce con un dna digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community, con criteri di condivisione e complicità tipici della rete. E a questo dna ruisponde la scelta – fino ad oggi inedita per una casa editrice italiana – di presentare il progetto su una piattaforma di crowdfunding, Limoney.it. L’obiettivo è di pubblicare 100 titoli l’anno, tra novità e recuperi, restituendo ai lettori il piacere di nuove scoperte o di ritrovare i libri amati. Pubblica fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro, letteratura per bambini. 60 i titoli già in catalogo suddivisi in varie collane.


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L’editrice di nome VandA nuota nel mare della rete


di Annarita Briganti (La Repubblica, 28 gennaio 2014)


– Un editore di nome “VandA.”, che nuota controcorrente in un mare di ebook.

Nasce in questi giorni a Milano VandA.epublishing, la prima casa editrice italiana in crowdfunding.

Partita con un catalogo di 60 ebook, che diventeranno 100 entro l’anno, fondata ufficialmente l’8 marzo del 2013 da tre signore dell’ediptria – l’agente americana Vicki Satlow, l’editor e pubblicista siciliana Angela Di Luciano e la scrittirce e giornalista milanese Silvia Brena – VandA. sarà finanziata dal popolo della rete.

Le tre socie hanno lanciato un appello: servono 10.000 euro entro 60 giorni. La sottoscrizione pubblica èsul sito www.limoney.it. L’offerta è libera, dalle poche centinaia di euro delle prime donazioni agli investitori tradizionali, che hanno promesso il loro contributo. Dai 10 euro dei lettori ai mecenati della cultura, di cui si sente la mancanza nel paese in cui 6 italiani su 10 non sanno nenanche cosa sia un libro. In cambio, i finanziatori avranno diritto a dediche e fascette personalizzate, incontri con gli auotir, ingresso nel comitato di selezione delle opere. Inedito l’uso del del cofinanziamento per l’editoria, ma c’è un precedente culturale, che fa ben sperare. Il festival del giornalismo si è salvato dalla chiusura raccogliendo sul web più di 80.000 euro, che renderanno possibile l’ottava edizione a fine aprile a Perugia.

Acronimo di Vicki (V) e Angela (A), che hanno avuto l’idea, alle quali si è subito aggiunta Silvia (il punto), VandA. è un impresa tutta al femminile. «L’arrrivo delle donne ai vertici del mondo del lavoro sarà una rivoluzione epocale, che supererà per importanza il boom dei cinesi», sostiene Silvia, che ha diretto giornali e fondato un’agenzia di comunicazione, l’80 per cento dei dipendenti donne.

Ma cos’è VandA.? Non è una bambola, non è un pesce e neanche un’operazione della Cia, dicono le socie, amiche da anni, unite dallo sguardo fiducioso sul futuro e dal non prendersi troppo sul serio. «Abbiamo in mente una casa editrice digitale, indipendente, che operi a livello globale secondo una logica di condivisiobe e complicità», racconta Angela, di formazione filosofica, la manager del trio. «Puntiamo su una piattaforma di contenuti e di autori di vario genre, in diverse lingue, in tutto il mondo: fiction sia come novità sia come testi fuori catalogo o introvabili; non fiction sull’attualità sociale e politica; graphic novel e erotique; testi teatrali, la cui brevità è perfetta per il formato ebook; letteratura per bambini e manuali di self help».

Gli scrittori non riceveranno anticipi, ma il 50 per cento sui ricavi dell vendite, al netto delle spese, che nel caso del digitale sono minime. Come hanno reagito alla mancanza della carta? «Sono tornati anche quelli che avevano detto no», ricorda Angela. Così in Vanda. troviamo Susanna Tamaro, autrice numero uno di Vicki, che l’ha fatta tradurre ovunque. Hanno dato fiducia all’iniziativa Renato Mannheimer, Andrea Pinketts e Luca Ricci, tra i primi ad essere tradotto in inglese. In catalogo ci sono anche Pierangelo Dacrema e Piero degli Antoni, dei quali VandA. ha recuperato gli esordi, Sergio Bambarèn, di cui pubblica l’opera originale in inglese, Alfio Caruso e Anna Momigliano, autrice de Il Macellaio di Damasco, primo in classifica per un mese su BookRepublic.

C’è spazio anche per il self publishing, curato da Laura Lepitit, fondatrice dell’editore La Tartaruga. «In Italia non si conosce il valore dell’editing», denuncia Laura. «Gli aspiranti autori possono inviarci i manoscritti dal sito VandA.epublishing.com. Quelli meritevoli saranno editatida me (12 euro a cartella) e poi pubblicati in un’apposita collana digitale. Il costo, peraltro contenuto, è una barriera contro i perditempo e i mitomani. Il successo arriva solo per chi ci crede».

VandA. è anche una reazione alla frustrazione, la migliore risposta a chi si lamenta della crisi e senza muovere un dito. «Il turn-over del nostro mercato è impazzito, è questo il vero motivo del crollo dell’editoria – ricorda Vicki – Libri scritti, curati, acquisti, promossi con cura, che vanno fuori catalogo senza neanche dare il tempo ai lettori di scoprirli». Qual è la soluzione? «condividere le energie, superare le rivalitrà inutili tra editoria cartacea e produzione digitale, recuperare lo spirito di squadra. Non si ha idea di quanti ci stiano chiedendo come aiutarci, abbiamo avuto reazioni estremente generose, non solo dal punto di vista finanziario».

Ce la farete? «Non abbiamo scoperto l’Merica nè fondato Google – ricorda Angela – ma stiamo facendo un lavoro minuzioso d’indagine per capire dove possa ricollocarsi il libro oggi. C’infiliamo negli intersizi del sistema editoriale, lasciati vuoti dai contenuti e dai formati tradizionali, cercando di essere sempre un minuto avanti agli altri».


 

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Un editore di nome VandA. Per nuotare controcorrente


(Economia Italiana, 27 gennaio 2014)


Si tratta della prima casa italiana in crowdfunding, che ha come obiettivo la pubblicazione di un centinaio di libri all’anno.

Ma davvero c’era la necessità di una nuova casa editrice in un Paese dove si legge sempre meno – secondo i dati Istat di fine 2013 sei italiani su dieci non aprono nemmeno un libro l’anno – e dove il mercato è saturo di titoli che non riescono a stare in libreria il tempo necessario per farsi conoscere, sopraffatti da logiche distributive che ne impongono un veloce turn-over?
Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista, direttore di magazine e oggi a capo di un’importante agenzia di comunicazione, ne sono convinte. Tanto da aver dato vita a VandA.ePublishing, una nuova casa editrice digitale, indipendente e senza confini. «Pubblichiamo – spiega Angela – autori di qualità già noti o esordienti. Li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in tutto il mondo, recuperiamo testi introvabili in libreria, anche se recenti, perché ormai fuori catalogo. Ci crediamo moltissimo e siamo sicure che la nostra scelta possa davvero fare la differenza».
VandA. è quindi una casa editrice innovativa, che sfrutta le possibilità offerte dalla rete e le nuove tecnologie per un approccio diverso al mercato editoriale. Una editrice con un DNA digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community, con criteri di condivisione e complicità tipici della rete. E a questo DNA risponde la scelta inedita di presentare il progetto su una piattaforma di crowdfunding, www.limoney.it.
L’obiettivo è quello di recuperare risorse per portare avanti un progetto – peraltro già supportato da una politica di prezzi bassi e da un magazzino digitale per abbattere i costi – che risulti vincente in termini di tempo. Nel senso di trovarsi bene in sella nel momento in cui esploderà per davvero il fenomeno e-book. Da qui il tentativo di coinvolgere i lettori digitali con le stesse modalità che furono utilizzate da Barack Obama per sostenere la sua corsa verso la presidenza degli Stati Uniti.
In buona sostanza a cosa puntano le tre fondatrici? A raccogliere diecimila euro a integrazione del budget da loro coperto, con un sistema di premi che vanno dalla dedica personalizzata sulla copertina del libro in fascetta all’incontro esclusivo con l’autore prescelto, dall’accesso a corsi di scrittura creativa fino all’ingresso nel comitato editoriale della stessa casa editrice.
Ma torniamo al dunque. Superando le logiche distributive e senza le costrizioni della distribuzione cartacea, questa nuova casa può quindi permettersi di rischiare e sperimentare. «Non siamo in competizione con gli altri editori – tiene a sua volta a precisare Vicki – visto che a volte lavoriamo con loro fianco a fianco. Con alcuni autori, per esempio, facciamo da apripista, pubblicando il nuovo libro in formato elettronico prima che in quello cartaceo, come parte di una strategia condivisa con il suo editore, nell’interesse dell’autore e del libro».
Detto questo, su cosa punta VandA.? Su contenuti e autori di provenienza diversa e di vario genere, con l’obiettivo di pubblicare 100 titoli l’anno, tra novità e recuperi, restituendo ai lettori il piacere di nuove scoperte o di ritrovare i libri più amati. Pubblicando fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro e letteratura per bambini. Sessanta i titoli già in catalogo – suddivisi in varie collane (VandA.Original, VandAutori, VandA.Introvabili, VandA.Vintage…) – grazie a una nutrita schiera di autori che a questa iniziativa hanno voluto dare fiducia subito: così si va da Renato Mannheimer a Susanna Tamaro, da Andrea Pinketts a Luca Ricci (tra i primi a essere tradotti in inglese), da Pierangelo Dacrema a Piero Degli Antoni, dei quali VandA. ha recuperato i primi lavori. Altre firme acquisite quelle di Sergio Bambarén (del quale viene pubblicata l’opera originale in lingua inglese), Alfio Caruso Anna Momigliano, il cui Il macellaio di Damasco è stato primo in classifica per un mese su BookRepublic.
Che altro? VandA. completa la sua offerta con un servizio di lettura di testi inediti, curato da Laura Lepetit, fondatrice e anima della storica casa editrice La Tartaruga. In caso di valutazione positiva, i testi accuratamente revisionati e approvati vengono pubblicati nella collana TurtleVandA e distribuiti in tutti i bookstores online italiani.
Detto questo ricordiamo che VandA. (chi non ricorda l’istrionico film Un pesce di nome Wanda, al quale ci riconduce l’iniziativa) altro non è se non l’acronimo di Vicki (V) e (and) Angela (A), che hanno avuto l’idea, alle quali si è subito aggiunta Silvia (il punto). Quindi VandA, un’iniziativa imprenditoriale tutta al femminile, nata dalla passione di tre donne con grandi esperienze e competenze in campo editoriale, accomunate dall’amore per i libri, curiose e desiderose di cambiamento, che in un momento drammatico per l’editoria hanno avuto il coraggio di raccogliere una nuova sfida. E, guarda caso, VandA.ePublishing ha come data di fondazione proprio l’8 marzo 2013.


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VandA.ePublishing, nuovo editore digitale tutto al femminile


(Gli amanti dei libri, 20 gennaio 2014)


– Aziende e attività commerciali chiuse per la crisi sommata all’attitudine poco letteraria degli italiani (secondo i dati ISTAT del 2013 sei italiani su dieci non hanno letto un solo libro nell’anno solare) dovrebbero sconsigliare di impegnarsi in qualsiasi attività nel campo editoriale, ma questa equazione non vale per tre donne intraprendenti, con il senso degli affari e una grande passione per i libri.

Aziende e attività commerciali chiuse per la crisi sommata all’attitudine poco letteraria degli italiani (secondo i dati ISTAT del 2013 sei italiani su dieci non hanno letto un solo libro nell’anno solare) dovrebbero sconsigliare di impegnarsi in qualsiasi attività nel campo editoriale, ma questa equazione non vale per tre donne intraprendenti, con il senso degli affari e una grande passione per i libri. Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, ex direttore di Cosmopolitan e amministratore delegato di Network Comunicazione, hanno fondato la VandA.ePublishing, nuova casa editrice digitale nata sulla piattaforma crowdfunfing www.limoney.it. La novità sta nell’autofinanziamento dell’attività attraverso le connessioni che si creano in rete tra autori, scrittori e lettori, come nel caso delle ultime elezioni del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha pagato parte della sua campagna elettorale con i soldi donati spontaneamente dai suoi elettori. Le tre imprenditrici offrono in base alle offerte: corsi di scrittura creativa, una t-shirt autografata o un libro con l’intento di arrivare, entro 57 giorni, alla cifra di diecimila euro a integrare il budget da loro anticipato. Afferma fiduciosa Angela Di Luciano “Crediamo moltissimo in questo progetto e siamo sicure che la nostra scelta possa davvero fare la differenza”.

VandA. acronimo di Vicki (V) e (and) Angela (A) più il punto (Silvia), ha come obiettivo la pubblicazione di 100 titoli l’anno tra novità, recuperi di testi ormai fuori commercio e grazie alle immediate traduzioni degli ebook in inglese. Il grande successo della casa editrice nata l’otto di marzo (e quale data se no?) è stato Il macellaio di Damasco di Anna Momigliano, primo in classifica su BookRepublic per un mese, ma altri grandi scrittori hanno dato da subito fiducia a quest’emergente di belle speranze come Andrea Pinketts, Renato Mannheimer e Luca Ricci. Per distinguersi dalla concorrenza Vicki Satlow afferma. “ Non siamo in competizione con gli altri editori, anzi a volte lavoriamo fianco a fianco. Con alcuni autori facciamo da apripista, pubblicando il nuovo libro in formato elettronico prima di quello cartaceo, come parte di una strategia condivisa dall’editore, nell’interesse dell’autore e del libro”.


 

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VandA, la casa editrice che vuole pubblicare 100 ebook l’anno apre al crowdfunding


(Corriere della Sera, 17 gennaio 2014)


– Una nuova start up in crowdfunding.

Sessanta giorni per ottenere 10 mila euro dai lettori. VandA.ePublishing, giovane casa editrice digitale, è sulla piattaforma crowdfunfing www.limoney.it. L’idea è quella di coinvolgere i lettori digitali con la stessa modalità usata da Barack Obama, che ha pagato parte della sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori.

IL PROGETTO – I sostenitori di VandA avranno in cambio delle loro offerte un corso di scrittura creativa (50 euro), una t-shirt autografata (30 euro), un libro (10 euro). Fondi che serviranno a migliorare il migliorare il progetto VandA: 100 titoli l’anno scelti dalle tre fondatrici:,Vicki Satlow (agente letterario), Angela Di Luciano (ex senior editor della divisione libri di economia e management del gruppo Sole 24 ore) e Silvia Brena (ex direttore di Cosmopolitan e Ceo di Network Comunicazione). Tra gli ebook più venduti targati VandA, “Il macellaio di Damasco” di Anna Momigliano. “Dal marzo 2013 abbiamo pubblicato 60 titoli, di cui 28 novità e 32 riedizioni di fuori catalogo (introvabili) e vintage (fuori diritti)”, dice Angela Di Luciano.

IL MODELLO – “Ciò che differenzia VandA., che la rende un caso a sé oggi sul mercato è il tipo di modello economico che abbiamo cercato di adottare: politica dei prezzi bassi (da 1.90 euro e 7.90 a libro), certamente, ma non basta. Magazzino digitale per abbattere i costi, sicuro, ma non è sufficientemente distintivo. Perché al contrario del modello corrente che gioca sulla quantità e punta su uno sforzo produttivo imponente, per “inondare” le librerie, virtuali o meno, di titoli ogni mese, VandA. punta al recupero di risorse uscite dal mercato (i titoli “dimenticati” o troppo presto ritirati), e sulla garanzia di un mercato globale grazie alle immediate traduzioni in inglese”. Tre professioniste nel campo editoriale, Vicki, Angela e Silvia, 1000 titoli l’anno e una mission: “Ci siamo date due anni. Siamo partite con una politica di prezzi bassi, ci dobbiamo guadagnare un pezzo di territorio in tempo”, continua Angela Di Luciano. “Quando esploderà il fenomeno ebook noi ci saremo”.


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VandA, nuovo editore digitale che guarda al mercato internazionale


(Affaritaliani, 17 gennaio 2014)


– E-book & crowdfunding: “Pubblichiamo autori di qualità già noti o esordienti, li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in tutto il mondo, recuperiamo testi introvabili in libreria, anche se recenti, perché ormai fuori catalogo”. Nasce un nuovo editore digitale, VandA, da un’idea di tre donne: Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista.

Ma davvero c’era la necessità di una nuova casa editrice in un paese dove si legge sempre meno – secondo i dati Istat del 30 dicembre 2013 6 italiani su 10 non aprono nemmeno un libro l’anno – e dove il mercato è saturo di titoli che non riescono a stare in libreria il tempo necessario per farsi conoscere, sopraffatti da logiche distributive che ne impongono un veloce turn-over? Vicki Satlow, agente letterario, Angela Di Luciano, editor, e Silvia Brena, giornalista, direttore di magazine e oggi a capo di un’importante agenzia di comunicazione, ne sono convinte tanto da aver dato vita a VandA.ePublishing, nuova casa editrice digitale, indipendente, senza confini. “Pubblichiamo autori di qualità già noti o esordienti, – spiega Angela – li traduciamo in inglese rendendoli disponibili in tutto il mondo, recuperiamo testi introvabili in libreria, anche se recenti, perché ormai fuori catalogo. Ci crediamo moltissimo e siamo sicure  che la nostra scelta possa davvero fare la differenza”.

IL COMUNICATO DI LANCIO:

VandA. è una casa editrice innovativa, che sfrutta le possibilità offerte dalla rete e le nuove tecnologie per un approccio diverso al mercato editoriale. Nasce con un dna digitale e l’intento di coinvolgere autori e lettori in una community, con criteri di condivisione e complicità tipici della rete. E a questo dna risponde la scelta – fino a oggi inedita per una casa editrice – di presentare il progetto su una piattaforma di crowdfunding, Limoney.it

VandA. supera le logiche distributive attuali e senza le costrizioni della distribuzione cartacea può permettersi di rischiare, sperimentare. “Non siamo in competizione con gli altri editori – ci tiene a precisare Vicki – anzi, a volte lavoriamo fianco a fianco. Con alcuni autori, per esempio, facciamo da apripista, pubblicando il nuovo libro in formato elettronico prima che in quello cartaceo, come parte di una strategia condivisa con l’editore, nell’interesse dell’autore e del libro”.

VandA. punta su contenuti e autori di provenienza diversa, e di vario genere, con l’obiettivo di pubblicare 100 titoli l’anno, tra novità e recuperi, restituendo ai lettori il piacere di nuove scoperte o di ritrovare i libri amati. Pubblica fiction, non fiction, graphic novel, erotique, teatro, letteratura per bambini. 60 i titoli già in catalogo – suddivisi in varie collane (VandA.Original, VandAutori, VandA.Introvabili, VandA.Vintage…) – grazie a una nutrita schiera di autori che a VandA. hanno voluto dare fiducia da subito: da Renato Mannheimer a Susanna Tamaro, da Andrea Pinketts a Luca Ricci, tra i primi ad essere tradotto in inglese, a Pierangelo Dacrema e a Piero Degli Antoni, dei quali VandA. ha recuperato i primi lavori, da Sergio Bambarèn, di cui pubblica l’opera originale in lingua inglese, ad Alfio Caruso o Anna Momigliano, il cui Il macellaio di Damasco è stato primo in classifica per un mese su BookRepublic.

VandA. completa la sua offerta con un servizio di lettura di testi inediti, curato da Laura Lepetit, fondatrice e anima della storica casa editrice La Tartaruga. In caso di valutazione positiva, i testi accuratamente revisionati e approvati vengono pubblicati nella collana TurtleVandA e distribuiti in tutti i bookstore online italiani.

Il progetto di VandA. è disponibile in crowdfunding da oggi per 60 giorni. L’obiettivo è di raccogliere diecimila euro a integrazione del budget coperto dalle fondatrici, con un sistema di premi che vanno dalla dedica personalizzata sulla copertina del libro in fascetta all’incontro esclusivo con l’autore prescelto, fino all’ingresso nel comitato editoriale della casa editrice.

Acronimo di Vicki (V) e (and) Angela (A), che hanno avuto l’idea, alle quali si è subito aggiunta Silvia (il punto), VandA. è un’iniziativa imprenditoriale tutta digitale e tutta al femminile, nata dalla passione di tre donne con grandi esperienze e competenze in campo editoriale, accomunate dall’amore per i libri, curiose e desiderose di cambiamento, che in un momento drammatico per l’editoria hanno avuto il coraggio di raccogliere una nuova sfida. E guarda caso, VandA.ePublishing ha come data di fondazione proprio l’8 marzo 2013.