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A lezione di dialogo


di Benedetta Verrini (Io donna, 24 marzo 2018)


– C’è la signora Attesa che viaggia da sempre, con adulti e bambini. C’è l’Airone Cinerino che, non certo per vantarsi, ma di migrazioni se ne intende.

C’è la signora Attesa che viaggia da sempre, con adulti e bambini. C’è l’Airone Cinerino che, non certo per vantarsi, ma di migrazioni se ne intende. C’è la Pace, che è andata dallo psicoanalista perché nessuno le dava più fiducia, e allora si è sentita sola e triste. Sono i personaggi dei racconti di Io abito, sono abitato di Agnese Bizzarri (ed. VandA.ePublishing […]), un piccolo libro per raccontare ai bambini che il “diverso” è solo “diversamente familiare”, come scrive nella prefazione l’ambasciatore Roberto Toscano, autore di saggi sulla pace e presidente della fondazione Intercultura.

Secondo gli Open Data del Miur (ministero dell’Istruzione e ricerca) oggi il 10,8% dei bambini della scuola primaria non ha la cittadinanza italiana, con percentuali più elevate nelle regioni settentrionali (nel Nord Ovest la media è del 39,4%). La probabilità di avere un compagno di banco che arriva da lontano è alta. Ma come evitare che le differenze si trasformino in tensioni? Lettura e gioco favoriscono il dialogo.

«I bambini iniziano dai sei anni a elaborare le metafore e a sviluppare la capacità di “mettersi nei panni” degli altri» spiega Cecilia Pirrone, psicologa e psicoterapeuta della famiglia. Un’attitudine da “sfruttare”, per educare alla convivenza con “l’altro”.


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Evento – “La buona moneta” @ Bistrò 96, Milano


Milano, 19 marzo 2018, ore 18.30, aperitivo e libro a 15 €


– Vanda.ePublishing e Edizioni All Around presentano Lunedì 19 marzo, ore 18.30 La buona moneta di Pierangelo Dacrema

Una proposta per l’abbattimento dello stock del debito pubblico italiano e il contestuale rilancio dell’economia nazionale. Il tema più dibattuto e nevralgico di questa campagna elettorale!

Con: Pierangelo Dacrema

Intervengono:

Renato Mannheimer (sociologo, sondaggista)

Fausta Chiesa (Corriere della Sera)

Vi aspettiamo al Bistrò 96 in Corso Magenta 96, aperitivo e libro a 15 €!


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Valerie Solanas. Triologia SCUM., Stefania Arcara, Deborah Ardilli (a cura di), Tutti gli scritti, Morellini, Milano 2018


di Sara Pierallini, (IAPhItalia, 13 marzo 2018)


– Non c’è ragione umana che deponga a favore del denaro o del fatto che qualcuno lavori, al massimo, più di due o tre ore a settimana. Tutti i lavori non creativi (praticamente tutti quelli che vengono svolti oggi) avrebbero potuto essere automatizzati molto tempo fa, e in una società senza denaro ognuna potrebbe avere il meglio di tutto ciò che desidera. (p. 67).

 

Non c’è ragione umana che deponga a favore del denaro o del fatto che qualcuno lavori, al massimo, più di due o tre ore a settimana. Tutti i lavori non creativi (praticamente tutti quelli che vengono svolti oggi) avrebbero potuto essere automatizzati molto tempo fa, e in una società senza denaro ognuna potrebbe avere il meglio di tutto ciò che desidera. (p. 67).

Inizio con questa citazione perché Valerie Solanas, odiata, malfamata, psichiatrizzata, isterizzata, animalizzata, derubata, mendicante, prostituta, Femminista, Lesbica, era una sognatrice, una visionaria che lottava nella vita e per la vita senza mai voler essere vittima. Nessuna/o l’ha resa mai tale, perché temibile nemica della normalizzazione dei corpi e dell’etero-patriarcato e perché instancabile attivista senza collettivo.

Il libro è una raccolta dei testi di questa autrice con l’essenziale contributo delle due traduttrici le quali, in modo appassionato e appassionante, ti sommergono nel mondo Sporco (SCUM) di Solanas. Sapere chi è questa donna è importante perché aiuta a comprendere meglio le fatiche delle sue ribellioni e a mettere in luce ciò che di lei è sempre stato celato. Vissuta sempre ai margini per tutta una vita e morta in modo che solo la feccia, come direbbe lei, potrebbe morire, divenne famosa per aver sparato a Andy Warhol. Derubata dei suoi scritti, censurata, venne riscoperta più tardi dal mondo, grazie anche all’aiuto di collettivi femministi e libertari, che hanno custodito e divulgato su canali alternativi le sue opere.

Partendo da Manifesto SCUM (ovvero manifesto feccia) l’autrice invoca un’unione delle donne e di tutti quegli uomini che non corrispondono al maschio, inteso come costruzione socio-economico-culturale del genere dominante e vede in loro una possibile alleanza, purché diretta verso quegli “esemplari” che, quindi, performano generi altri (p. 97) auspicando all’eliminazione dei propri privilegi. Questi biomaschi potranno far parte dell’Ausiliare maschile SCUM. L’unione dei generi non maschili sarà determinante per creare una società equa, in cui verrà rovesciato il governo, eliminato il sistema monetario, istituita l’automazione completa e distrutto il sesso maschile (p. 63). Quest’ultimo punto Solanas lo vede come inevitabile, anticipando teorie come quella dell’ectogenesi, grazie alla quale la riproduzione biologica diventerà inutile, in quanto faticosa. A questo punto il sesso maschile sarà superato, poiché la mascolinità crea individui che si impegnano in “attività tradizionalmente venerate come le guerre classiche e i tumulti razziali” ed essendo attività distruttive e orribili, sostenute insieme dal denaro e dalla morale, porteranno all’autodistruzione della specie. L’autrice vede la salvezza solo nel genere femminile e nell’eliminazione inevitabile del sistema binario eteronormato raggiunto grazie alla sovversione dei e dai margini della società, dalla feccia (SCUM).

Il secondo testo che troviamo In culo a te, è un testo teatrale che non fu mai portato in scena fino agli anni 2000 a San Francisco, dove fu diretto da George Coates, il quale ebbe molte difficoltà nel trovare un produttore, nonostante ricevesse abitualmente finanziamenti per i suoi spettacoli.  Anche da morta, Valerie Solanas porta con sé il pericolo della parola di quell’arte che sovverte la norma e fa paura perché spezza con il pensiero dominante. Solanas mette in scena molte situazioni scomode, all’epoca ripugnanti per la morale borghese. Individua e critica quelle donne che si asservono al maschio naturalizzandosi come brave mogli e madri, felici di riprodurre la forza lavoro, quindi l’uomo. Nel testo teatrale, Ginger è il personaggio che corrisponde a questa figura, donna colta, apparentemente libera che dice di non essere come le altre donne, di essere speciale e in questo traspare un po’ di misoginia. Solanas rende questa donna comica e passiva, incapace di osservare il mondo intorno a lei e la affianca a una femminista di nome Bongi, volgare, prostituta e lesbica che vive per strada e che, al contrario, sembra riuscire non solo a ottenere ciò che vuole, ma anche ad avere una reale visione di ciò che la circonda e in questo trovare una sorta di libertà.

Russel: Maledetta mostruosità asessuata! Tu non hai nemmeno idea di cosa sia una femmina!

Bongi: Al contrario. Sono talmente femmina da essere sovversiva (p. 147).

Infine, l’ultimo testo con cui si conclude la trilogia è Come conquistare la classe agiata. Prontuario per fanciulle. Ancora una volta la protagonista è una donna che viene dai margini, una che sceglie di fare questa vita, una che vuole lottare per cambiare le sorti del mondo e che nel farlo, lo fa anche con ironia.  Solanas descrive la strada, dove ha sempre vissuto, descrive coloro che la frequentano, che la abitano e coloro, che invece, sono solo di passaggio. Descrive, in qualche modo, la sua vita.

Le sue opere la riguardano al punto che scoprendo di lei, leggendo la sua biografia, si ha l’impressione di vederla nelle vesti di Ginger o della mendicante che sovverte i luoghi di lavoro:

[…] il mio contributo alla causa socialista mantenendomi fuori dal mercato occupazionale. Ma prima, un po’ di esproprio proletario al 5 & 10, giacché è di strada. Entro domandandomi come posso contribuire, in quanto donna, alla crescita del mio paese: col taccheggio (p. 174).

Valerie Solanas ha passato la sua vita osando e sfidando. Psichiatrizzata e rinchiusa molte volte, sia in ospedali che in prigione, non si è mai arresa. Ha sparato a Warhol? Non è importante perché lei non è quello sparo che rivendica insieme ad altri movimenti. Lei è la femminista lesbica che ha deciso di vivere liberamente in un mondo dove non le è stato permesso mai di esprimersi sessualmente, artisticamente e politicamente. Lei si è espressa comunque.

Nel 1977 riuscì a riconquistare il suo scritto Manifesto SCUM da coloro che lo avevano manipolato e cambiato, pubblicandone una versione corretta grazie alla rivista femminista Majority Report.

Solanas muore il 25 aprile del 1988 nella stanza 420 del Bristol Hotel, dove venne ritrovato il suo corpo ricoperto di vermi. Con sé la sua macchina da scrivere che sempre si è trascinata dietro anche in situazioni di miseria.

Qui sotto troverete alcuni link che rimandano a tributi, scritture e opere ispirate a Valerie Solanas. Per una bibliografia esaustiva dell’autrice consiglio di consultare il libro.

1970 – To Valerie Solanas and Marilyn Monroe, In Recognition of Their Desperation

Traccia musicale di Pauline Oliveros

1971 – Hymn to Valerie Solanas, traccia dell’album Pieces of Me. Traccia musicale di Linda Hoyle

1976 – Scum. Traccia musicale di Area (con Demetrio Stratos)

S.C.U.M., cortometraggio della regista Carole Roussopoulos

1994 – Of Walking Abortion, Traccia musicale di Manic Street Preachers,

2003 – Il collettivo spagnolo La Eskalera Karakola apre il saggio Prologue. Positions, Situations, Short-circuits, con un adattamento dell’incipit di SCUM Manifesto che sostituisce la parola «queer» a «donne». (pdf)

2006 – Tract for Valerie Solanas. Traccia musicale di Matmos.

2012-2014 – Chiara Fumai reads Valerie Solanas, video.

The show which is also falsely called Breaks, performance, Chiara Fumai.


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Dacrema: la buona moneta locale che può aiutare il rilancio dell’economia


di Anna Anselmi (La Libertà, 5 marzo 2018)


– L’economista piacentino ha presentato il suo ultimo libro con Renato Mannheimer.

Come risollevare le sorti economiche di un’altra Italia chiamata a far fronte a un debito pubblico di proporzioni ormai abnormi e a rispettare i vincoli sottoscritti con l’adesione al patto del Fiscal compact, «sorta di manifesto della plastica dell’austerità»? Per aiutare il Paese a uscire dall’impasse, l’economista piacentino Pierangelo Dacrema, docente all’Università della Calabria, suggerisce alcune riflessioni e una conseguente proposta nelle pagine del libro “La buona moneta“, pubblicato da All Around, anche in ebook in coedizione da VandA.ePublishing. Il volume è stato presentato alla libreria internazionale Romagnosi, in via Romagnosi, dallo stesso autore e dal sociologo e sondaggista RenatoMannheimer, in un incontro introdotto dal giornalista Robert Gionelli. Scritto con un taglio rivolto anche ai non addetti ai lavori, “La buona moneta” sintetizza temi chiave con lo sguardo rivolto sia all’attualità, accennando all’orgomento dello criptovalute, come il bitcoin, nonchè passando al vaglio recenti misure avanzate dai vari schieramenti politici, per esempio a proposito dell’emissione di titoli di Stato di piccolissimo taglio o del reddito di inclusione per aiutare i meno abbienti, ma soprattutto non dimentica la lezione della storia, guardando alle risposte fornite a situazioni di gravi crisi negli Stati Uniti del New Deal rooseveltiano e nella Germania degli anni ’30 del secolo scorso, quando in un triennio, dal 1933 al 1936, «un Paese sull’orlo del baratro riuscì a conquistare un ragguardevole livello di benessere in virtù di una politica monetaria espansiva nel quadro di una politica economica orientata allo sviluppo», nonostante gli eccezionali risultati raggiunti siano poi stati utilizzati per una corsa al riarmo sfociata nella tragedia della seconda guerra mondiale (e il geniale ministro dell’economia Hjalmar Schacht, ebreo, in dissenso con Hitler dal 1938, sia stato tra gli imputati al processo di Norimberga). La soluzione esposta da Dacrema, che si pone in un’ottica comunque europeista («l’euro e l’Europa sono un valore. Credo nelle unificazioni, non nelle frammentazioni. Le esclusioni, le separazioni e le barriere hanno sempre creato problemi»), va nella direzione della «conversione dei titoli di debito pubblico in moneta corrente a corso forzoso in Italia», in circolazione parallela con quella sovranazionale, per ottenere – spiega Dacrema – da un parte il rilancio dell’economia a partire da un incremento della domanda globale, dall’altro un drastico abbattimento del debito. L’economista ipotizza i possibili scenari determinati dalla’rrivo della nuova moneta locale e immagina una serie di obiezioni, difendendo comunque la sua «proposta forte», scaturita da una «doverosa presa d’atto» di circostanze che non si possono sottovalutare.


 

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Eventi – “Nonostante il velo” @Circolo Via d’Acqua, Pavia


Pavia, 7 marzo 2018, ore 21 (ingresso con tessera ARCI)


Il Circolo Via d’Acqua di Pavia (viale Bligny, 83) dà inizio alla Settimana delle Donne con Michela Fontana, che mercoledì 7 marzo a partire dalle ore 21 presenterà il suo libro Nonostante il velo.

In Arabia Saudita, il paese più opaco del mondo arabo, le donne sono confinate nel ruolo disegnato dalla Sharia e dipendono a vita da un guardiano. Fino ad oggi non potevano nemmeno guidare l’automobile. Ma le cose stanno cambiando. La guida sarà permessa e anche la segregazione di genere si sta gradatamente allentando. Intanto le più giovani attiviste cominciano a contestare la figura del guardiano che, in qualità di loro tutore legale, ha su di loro potere assoluto.
Michela Fontana, ha vissuto e lavorato e due anni e mezzo a Riad, durante i quali ha esplorato dall’interno la società saudita, incontrando attiviste, donne d’affari, studentesse, giovani professioniste, islamiste radicali, scrittrici, semplici mogli e madri, che le hanno svelato la forza del mondo femminile portatore di forti istanze di rinnovamento sociale e le hanno rivelato i primi segnali del lento cambiamento in corso. Il suo libro Nonostante il velo mette in luce i paradossi e le ambiguità del paese che ha ispirato alcuni dei più pericolosi movimenti fondamentalisti cercando una chiave di lettura per interpretare un mondo islamico che ancora fatichiamo a comprendere

Michela Fontana, giornalista e scrittrice milanese, ha vissuto molti anni in USA Canada Svizzera, Cina, Arabia Saudita. Tra i suoi libri: Matteo Ricci. Un gesuita alla corte dei Ming (Mondadori, 2005) tradotto in inglese francese e spagnolo, vincitore nel 2010 del Grand Prix de la biographie politique; Cina. La mia vita a Pechino (Le Mani, 2010).