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Il tempo dei colori

una favola di Agnese Bizzarri

Una mattina, l’Italia, si svegliò tutta rossa.

Aveva forse troppo caldo? No, per niente, era ancora marzo…

Si era imbarazzata di qualcosa? Non mi pare.

Si era terribilmente innamorata di qualcuno? Non ancora.

Invece sapete cosa: si era ammalata ed era diventata tutta rossa. Non poteva fare spostamenti, né uscire di casa. Allora si era proprio ammalata! Doveva stare tranquilla e aspettare il tempo della guarigione. Pare fosse arrivato un mostro o qualcosa di simile, non si vedeva, era invisibile, ma era molto potente e cattivo che aveva messo l’Italia in questa situazione. Ma non mi soffermerei troppo, parlano tutti di questo, invece, vorrei raccontarvi del tempo altro: quello dei colori.

Ai bambini e alle bambine il rosso piaceva, però preferivano tutti i colori. Bianco, verde, giallo, marrone, rosa, arancione… I tanti colori dell’Italia. I suoi colori. 

“A noi tutta rossa non piace mica tanto, vogliamo ridipingerla come era prima.

Ci penseremo noi! 

Noi siamo molto bravi a colorare. A scuola lo facciamo sempre! Voi grandi siete più portati in altre faccende, ora è il nostro tempo, mettetevi da parte.”

Perché per mischiare e rifare i colori e dipingere l’Italia ci voleva tempo.

Ma soprattutto si dovevano preparare i colori.

Per farlo però i grandi avrebbero dovuto fermarsi.

Era il tempo dei colori.

Così accadde che i bambini e le bambine di tutta Italia si riunirono. Ci volle tempo perché tutti si incontrassero. Erano tanti, tantissimi bambini e bambine! Alcuni arrivarono col grembiule come dei veri pittori, altri vestiti sportivi, altri in pigiama, altri ancora in mutande e canotta, dalla fretta non si erano nemmeno vestiti non c’era poi tutto questo tempo, alcuni bambini arrivarono con le provviste: focacce e merende per tutti, altri con caramelle e ciupa ciupa.

Molti presero il sacco a pelo nel caso mentre coloravano si fossero addormentati, perché sarebbe stato un lavoro lungo. Altri caricando sulle spalle zainetti con i loro peluches, nel caso fossero rimasti lontani da casa parecchio.

Nonostante fossero moltissimi, si organizzarono benissimo. Presero enormi tavolozze di colori, tempere, pennelli di ogni misura e secchi di acqua. Con le loro mani prepararono, mischiandoli tutti, i colori: verde, giallo, arancione, marrone, rosa, viola…

All’inizio erano troppo densi o troppo opachi o poco lucidi… Così con calma e pazienza aggiunsero acqua. Li rimescolarono di nuovo. Doveva uscirne un lavoro perfetto. Così ricominciarono.

Iniziarono ma passò un autobus che fece uno stridulo rumore, che confusione! Poi c’era il via vai dei negozi e della gente che continuava a uscire e andava a mangiare fuori. “Insomma non si riesce a lavorare, ci dobbiamo concentrare, dobbiamo dipingere tutta l’Italia, ma loro hanno capito?”

“Ci insegnano sempre che per studiare bene ci vuole concentrazione e poi cosa fanno?… Mah!”

Così i bambini inascoltati passarono a tenere minacce:

“Se non la smetterete coloreremo anche voi! C’è chi diventerà arancione, chi giallo, chi verde! Avete capito?”

I grandi capirono il messaggio e si fermarono per un po’. I negozi chiusero, tranne quelli per mangiare e curarsi, bisogna mangiare anche per colorare!

E con tanto impegno iniziarono a colorare l’Italia.

Ogni bambino e ogni bambina colorava a suo modo e proprio per questo il colore era ancora più bello.

C’è chi era più meticoloso, chi più fantasioso, chi più estroso.

Il tempo era come sospeso perché loro dovevano colorare senza sosta. Dai che funziona! Colorate! Senza fermarvi! “Non deve uscire nessuno! Il colore si deve asciugare per bene con il tempo. Se uscirete prima lo calpesterete e dovremmo ricominciare di nuovo”.

Minuto dopo minuto, giorno dopo giorno, mese dopo mese… 

Passò il tempo e piano piano, poco a poco, si ricominciò a vedere il verde, il bianco, il giallo, il rosa, il marrone, il viola, il blu, l’azzurro…

I colori erano tornati… quanta emozione. 

Ma soprattutto che soddisfazione dopo tutto lo sforzo fatto!

Una notte però l’Italia si svegliò ed era di nuovo rossa… Si era innamorata pazzamente. 

Era di tutti i colori ma ora era diventata rossa solo per amore.

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