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Presentazione di “Classificare, dominare” di Christine Delphy

Data: 27/02/2024
Ora: 18:30
Luogo: Casa delle Donne di Milano, Via Marsala 10
Evento:

Deborah Ardilli e Carlotta Cossutta presenteranno “Classificare, dominare. Chi sono gli “altri” ?” (Vanda Edizioni) di Christine Delphy.

Irriverente, incisiva, ironica, Delphy mette a nudo le colossali mistificazioni dell’ideologia dominante, sospesa tra rigetto e inclusione delle “differenze”, sempre più conciliata con le disuguaglianze che riproduce su scala nazionale e internazionale .

Chi sono gli “altri” e da che cosa dipende  il  loro statuto subalterno?  È sulla  base  del sesso, dell’orientamento sessuale, della religione, del colore della pelle e della classe che avviene la costruzione sociale dell’alterità.

L’”altro” è  la donna,  il queer, l’arabo , il  nativo, il  povero. L’ideologia  dominante  liberale tollera, cioè tende la mano, avendo cura di lasciare sospesi nel vuoto i tollerati-dominati. L’omosessuale è tollerato  se  sa mantenersi discreto, il musulmano è tollerato se si nasconde per pregare, la  donna  è  tollerata  se  le  sue esigenze egualitarie  non  ledono  il  salario  e  il potere  dell’uomo,  l’orientale  è  tollerato  se  lascia  che  gli eserciti americani uccidano la sua famiglia per liberarlo dalla dittatura. L’ingiunzione a integrarsi è soprattutto  un  invito ad  essere simili, a seguire  le  regole  non  ufficiali ma molto reali dell’Occidente

L’autrice :

Christine Delphy ricercatrice al CNRS dal 7966. Nel  1968  ha  partecipato  alla fondazione del Movimento  di  Liberazione della Donna. Ha fondato con Simone de Beauvoir le riviste “Questions féministes ” e “Nouvelle Questions feministes “, di cui è stata  direttrice   per  alcuni  decenni.  Le  sue pubblicazioni più  importanti,  oltre  a  Il nemico principale l,  sono  Il nemico principale 2, Pensare il genere, Classificare, dominare, tutti in uscita per Vanda edizioni fra il 2022 e il 2023.

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Scheda libro “Mio figlio è femminista “

«Oggi tendiamo a dire alle nostre figlie che possono essere tutto ciò che vogliono: un’astronauta e una madre, un maschiaccio e una ragazza molto femminile. Ma non facciamo lo stesso con i nostri figli maschi. Alleviamo le nostre ragazze a combattere gli stereotipi e a perseguire i loro sogni, ma non facciamo lo stesso con i nostri ragazzi.»

(Claire Cain Miller, The New York Times)

«Se vi state chiedendo, essendo padre, madre o comunque punto di riferimento adulto di un bimbo o un ragazzo, se sia possibile trasferire le idee del femminismo in un giovane d’oggi, la mia risposta è decisamente sì.»

Monica Lanfranco, femminista, giornalista, ha avuto due figli maschi, si occupa da decenni di sessismo e formazione ed è convinta che educare fin da piccoli i bambini al rispetto dell’altra, persino a non aver timore di dirsi femminista, sia una straordinaria occasione per cambiare il mondo e dare una spallata alla cultura misogina.

Per arginare la violenza maschile sulle donne occorre cambiare le parole e le pratiche educative, occorre cambiare la cultura fin dalla base. Un ragazzo gentile alla volta può cambiare il mondo. E poi cosa c’è di più politico che crescere un figlio in modo diametralmente opposto al modello machista così che, una volta adulto, vada nel mondo senza riprodurre lo stereotipo virilista e misogino, sia un alleato delle donne che incontra nel suo – e nel loro – percorso di emancipazione e libertà, liberandosi a sua volta dal patriarcato!

Come ha detto Emma Watson alle Nazioni Unite nel discorso d’investitura come testimonial della campagna HeforShe, il mondo ha bisogno di uomini femministi, e anche di femministi involontari.

In questo libro, serio, leggero e a volte ironico, troverete suggerimenti, idee e sollecitazioni su come guidare i vostri figli, o i cuccioli di uomo che state allevando, a usare uno sguardo divergente, curioso ed empatico verso l’altra da sé, per trovare il loro posto nel mondo come uomini disertori del patriarcato.

Monica Lanfranco, giornalista, scrittrice e formatrice, conduce corsi sulla comunicazione e il linguaggio non sessista, la storia del movimento delle donne, la risoluzione nonviolenta dei conflitti nel lavoro e nelle dinamiche collettive. Nel 2008 ha fondato Altradimora, luogo di seminari e incontri con ottica femminista. Dal suo libro Uomini che odiano amano le donne. Virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (2012) è nato il primo laboratorio di teatro sociale italiano per uomini, Manutenzioni-Uomini a nudo. Tra le pubblicazioni più recenti, Crescere uomini (2019) e, per VandA edizioni, Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo (2021). Dal 1994 dirige il trimestrale femminista Marea.

www.monicalanfranco.it

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VandA al salone del libro di Torino

Siamo lieti di annunciare che VandA Edizioni sarà presente al Salone del Libro di Torino, uno degli eventi culturali più importanti dell’anno. Saremo entusiasti di accogliervi presso il nostro stand dal 18 al 22 maggio.

Durante questi giorni emozionanti, avrete l’opportunità di scoprire le nostre ultime pubblicazioni, incontrare autori di talento e immergervi nel meraviglioso mondo della letteratura. Il nostro stand sarà allestito con cura, offrendo una vasta selezione di libri che spaziano tra vari generi e tematiche.

I nostri esperti saranno a vostra disposizione per consigliarvi e suggerirvi le letture più adatte ai vostri gusti. Sarà un’occasione unica per interagire direttamente con gli autori, partecipare a sessioni di autografi e ascoltare interessanti presentazioni e dibattiti.

Non vediamo l’ora di condividere questa esperienza con voi e di festeggiare insieme la passione per i libri. Vi invitiamo a venire a trovarci presso il nostro stand al Salone del Libro di Torino, dove vi aspetteranno tante sorprese e momenti indimenticabili.

Segnatevi queste date sul calendario e preparatevi a vivere un’esperienza letteraria unica. Saremo lieti di darvi il benvenuto al Salone del Libro di Torino dal 18 al 22 maggio. Non mancate!

VandA Edizioni
Salone del Libro di Torino
18-22 maggio 2023

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Buono da leggere

VandA adersice all’iniziativa promossa dalla regione Piemonte. Per i ragazzi dai 14 ai 24 anni residenti in Piemonte, un buono dal valore di 10 euro da spendere durante il salone del Libro di Torino.

Un’occasione per ampliare la tua biblioteca personale o scolastica e per tornare dal Salone con un libro in mano. 

Richiedi il tuo buono da leggere da 10 euro da spendere in libri presso il nostro stand!( al padiglione 2 stand N32-P31)

Come ogni anno torna il Buono da leggere. Nei cinque giorni del Salone, grazie al sostegno della Regione Piemonte, verranno distribuiti 13.000 Buoni dal valore di 10 euro per promuovere la lettura: 

  • un buono da leggere di 10 euro per i ragazzi dai 14 ai 24 anni domiciliati in Piemonte che vengono in visita al Salone
  • un buono da leggere di 10 euro per gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado che vengono in visita al Salone con i loro docenti
  • 10 buoni da leggere per un totale di 100 euro per le classi di scuola d’infanzia e primaria in visita al Salone 

Hai tra i 14 e i 24 anni e vivi in Piemonte? Scopri come ottenere il buono

Scarica il tuo voucher e, munito di un documento di identità e del tuo biglietto di ingresso, vai al punto di ritiro all’interno del Salone, in galleria visitatori. Ti verrà consegnato un Buono che potrai spendere nel nostro stand al padiglione 2 stand N32-P31

Scarica ora il tuo buono!

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Le disobbedienti. Una biografia di Vita Sackville-West celebra la scrittrice Aphra Behn. Che fu una spia internazionale

Riportiamo di seguito l’articolo di Francesca Vitelli su Aphra Behn, l’incomparabile Astrea, comparso originariamente qui.

Riuscire a far sì che non vi sia distinzione nel mondo del lavoro tra uomini e donne è una battaglia, iniziata secoli fa, ancora in corso. Alcune donne, con coraggio e tenacia, hanno aperto la strada sfidando le regole sociali che ne impedivano l’accesso alla sfera pubblica e a un qualsiasi impegno remunerato.
Aphra Behn (1640-1689) fu una di loro.  La sua storia, raccontata nel 1927 dalla scrittrice Vita Sackville-West, è da poco stata pubblicata da VandA edizioni con la curatela di Stefania Arcara.
A voler consegnare ai posteri la storia di una artista dimenticata nelle pieghe del tempo sono – come spesso accade – altre donne. Arcara introduce la lettura del testo di Sackville-West illustrando l’importanza delle scelte compiute dalla protagonista:  «Quando nel 1927, Vita Sackville-West celebra Aphra Behn come la prima scrittrice inglese professionista inaugura una storia letteraria femminista che, attraverso Virginia Woolf, arriva fino a noi. Aphra Behn. L’incomparabile Astrea è una biografia dai toni leggeri che illumina di luce nuova la maggiore scrittrice del Seicento inglese e la sua vita straordinaria, ma è anche un primo tentativo di analisi del rapporto tra donne, scrittura e professione letteraria, nonché fonte di ispirazione per il celebre saggio “Una stanza tutta per sé” che Virgina Woolf pubblicherà nel 1929».
Chi era Aphra Behn? Una donna fuori dal comune che visse esperienze precluse alle sue contemporanee: compì un viaggio in un lontano luogo esotico, il Suriname, fu una spia internazionale, visse la drammatica esperienza del carcere a causa dei debiti insoluti e scrisse apprezzate commedie per il teatro, contribuì alla definizione del canone letterario del romanzo moderno, compose poesie, tradusse testi e si occupò di propaganda politica.
Con lo pseudonimo di Astrea, scelto per il ruolo di agente segreto, si affermò sulla scena letteraria inglese del periodo della Restaurazione conquistando la fama. Suscitò curiosità e pettegolezzi attirando gli strali maschili per la scelta dei temi trattati e per il linguaggio usato: scriveva di sesso senza reticenze, era avvenente, intelligente, brillante e voleva divertirsi.
Per il suo essere e comportarsi come una libertina fu più nota come persona che come autrice, osava agire come gli uomini poiché non si negava né il piacere né il gusto di raccontarlo. Non solo scriveva non per passatempo ma per procurarsi da vivere, cosa già di per sé esecrabile ma, di più, scelse la drammaturgia, un’arte che si praticava in un luogo licenzioso e peccaminoso, un luogo dove le attrici erano assimilate alle prostitute: il teatro.
Dopo il claustrofobico periodo del puritanesimo con la Restaurazione si affermava la voglia di assaporare la sensualità della vita e i ruoli femminili sulle scene non erano più interpretati da ragazzi imberbi ma da donne.
Astrea costruiva i testi in modo diverso dagli altri autori, con lei il punto di vista diventa quello femminile, una donna padroneggia i canoni della commedia al pari dei colleghi e ha l’ardire di innovarli. Con il prologo e l’epilogo, formule in voga, si rivolgeva direttamente al pubblico per commentare il lavoro che presentava, le interessava la possibilità di indagare e affermare una prospettiva femminile per il libertinaggio: una donna, soprattutto non sposata, poteva scegliere di vivere come una libertina?
 «Sono certa che nessuna commedia sia mai stata scritta con quell’intento (riformare la moralità ndr)[…]; di certo le commedie si scrivono per esercitare le passioni umane, non per comprenderle».
Scrivere con un intento pedagogico, moralistico o di indirizzo non era cosa che suscitasse il suo interesse, la possibilità di esprimersi essendo sé stessa senza limitazioni per il solo fatto di essere una donna era l’intento che perseguiva. Consapevole del doppiopesismo nell’attribuzione dei codici di comportamento tra i due sessi affrontò il tema smascherando la trappola nella sua commedia più nota “The Rover” (1677) ambientata a Napoli durante il carnevale.
La festa carnevalesca è il contesto adatto per mostrare lo scambio dei ruoli in cui le dame si comportano da prostitute e viceversa poiché il destino delle donne è segnato dalla dipendenza economica che le incatena ad un uomo. Nei testi portati in scena la realtà predomina, per le donne non c’è possibilità di scelta al di fuori del matrimonio.
Sackville-West analizza lo stile letterario facendo emergere le contaminazioni francesi e spagnoli di moda per i romanzi di cappa e spada che fiaccavano la sua bravura inserendo manierismi che smorzavano le brillanti sferzate delle battute.
 «L’importanza del fatto che una donna borghese come Aphra Behn si sia guadagnata da vivere con il proprio ingegno – osserva Woolf sulla scia di Sackville-West – è maggiore di qualunque cosa ella abbia scritto». Allargando la visione, Woolf aggiunge che con Aphra Behn comincia per le donne la “libertà della mente”, attribuendole non semplicemente la capacità di guadagnare denaro, ma il merito di avere dimostrato la possibilità per le donne di una libertà di pensiero e di parola, una volta conquistata la propria autonomia.
Woolf, dunque, distingue accuratamente il successo professionale di Behn dalla qualità estetica della sua scrittura, ritenuta irrilevante, proprio come prima di lei aveva fatto Sackville-West. Le donne che ci presentano Aphra Behn concordano su questo aspetto e Virginia Woolf in “Una stanza tutta per sé” aggiunge:  «Tutte le donne insieme dovrebbero cospargere di fiori la tomba di Aphra Behn». Il testo pubblicato da VandA edizioni è interessante sotto diversi aspetti e chiavi di lettura: l’analisi letteraria, la ricostruzione storica, la visione femminista. Donne che, attraverso un passaggio di testimone nei secoli, scrivono di letteratura, sociologia, politica, spionaggio e altro perché non esistono lavori da uomini e lavori da donne. Esistono il talento, il coraggio e la tenacia.

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“A tu per tu con François Koltès” su TuttoMilano

Grazie Fiorella Fumagalli per aver segnalato l’incontro di presentazione di Racconti Italiani sull’ultimo numero di TuttoMilano, settimanale di appuntamenti, spettacoli ed eventi per il tempo libero.

Puoi leggere l’articolo QUI.

Ricordiamo che l’incontro si terrà lunedi 11 Ottobre alle ore 18.30, presso il Café Rouge del Teatro Franco Parenti di Milano. Insieme con François Koltès interverrà Oliviero Ponte di Pino e Marina Senesi leggerà alcuni brani del libro.

Il biglietto di ingresso è di 5€ e sarà possibile comprare il libro Racconti Italiani a un prezzo speciale di 10€ invece che 15€.

Vi aspettiamo!