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Christine Delphy

Una delle più grandi teoriche del femminismo mondiale, è la maggiore rappresentante in Francia del femminismo materialista. Dopo aver studiato sociologia alla Sorbona, si è trasferita a Chicago e poi a Berkeley negli Stati Uniti, dove ha preso parte al movimento per i diritti civili e al Washington Urban League (organizzazione in difesa dei diritti dei neri).

Tornata in Francia, entra nel CNRS nel 1966 e nel 1968, partecipa alla fondazione del Movimento di Liberazione della Donna (MLF), con il gruppo FMA – “Féminin, masculin, avenir” – che diventa, nel 1969, “Féminisme, marxisme, action”.

È stata fra le otto femministe (tra cui Monique Wittig) che il 26 agosto 1970 deposero una corona di fiori all’Arc de Triomphe per la moglie del milite ignoto, “scandalo” che segnò la nascita del Movimento di Liberazione della Donna nei media europei. Co-fondatrice di Questions féministes con Simone de Beauvoir nel 1977 e poi di “Nouvelles questions féministes” (1981), ha introdotto in Francia le idee del femminismo materialista e il concetto di genere. Ha sviluppato il concetto di economia del patriarcato e ha descritto il lavoro domestico come la base di un modo di produzione distinto dal modo capitalista. Negli ultimi anni, è stata particolarmente attiva nella difesa dei diritti delle donne musulmane stigmatizzate per la questione del velo, la cui messa al bando Delphy collega ad antiche radici coloniali ma anche sessiste.

Le sue pubblicazioni più importanti sono Il nemico principale (vol.1). Economia politica del patriarcato (1998, 2009) e Il nemico principale (vol. 2). Pensare il genere (2001, 2009), Classificare, dominare. Chi sono gli altri? (2008), questi ultimi in uscita per VandA edizioni fra il 2022 e il 2023.

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