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“Cani marroni tra lotte e rivolte dei senza nome” su ilmanifesto.it

Il 12 febbraio 2022 è stato pubblicato su ilmanifesto.it “Cani marroni tra lotte e rivolte dei senza nome”, un’importante recensione di Massimo Filippi di Il caso del cane marrone di Peter Mason.

Ecco un estratto:

Il caso del cane marrone, saggio di Peter Mason del 1997, è stato reso disponibile al
pubblico italiano grazie al lavoro collettivo di un gruppo di attivist* coordinato da Barbara Balsamo e Silvia Molé (VandA, pp. 189, euro 15). Come recita il titolo, il libro racconta la storia della vita offesa di un cane in carne e ossa che diventa simbolo di rivolta sociale. Il «primo» cane, vivo ma già morto, entra in scena nel tardo pomeriggio del 2 febbraio 1903 nel teatro anatomico dello University College di Londra, per essere «sezionato al collo» al fine di illustrare il funzionamento delle ghiandole salivari. In aula vi sono Louise Lind-af-Hageby e Leisa Schartau, che denunciano l’accaduto a Stephen Coleridge: dopo «mezz’ora di ordalia», in cui si contorce per il dolore, il cane, che aveva sull’addome i segni di precedenti esperimenti e che non era stato adeguatamente anestetizzato, viene allontanato dall’aula per essere abbattuto. Coleridge, avvocato della National Anti-Vivisection Society, non esita a portare la vicenda alla conoscenza del grande pubblico ed è così trascinato in tribunale dal docente di fisiologia di cui aveva denunciato l’operato.

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“Il valore simbolico dei monumenti: dall’effigie del cane marrone alla statua di Margherita Hack” su rewriters.it

Il 4 febbraio 2022 Gianluca Felicetti ha citato Il caso del cane marrone di Peter Mason all’interno di un interessante articolo pubblicato su ReWriters.it, testata giornalistica digitale.

A seguire un estratto:

I monumenti sono simboli, nel bene e nel male: celebrazioni di potenti o ex tali, in genere, che hanno visto non tanto tempo fa, sulla scia del Black Lives Matter, manifestazioni e abbattimenti, per andare indietro con il tempo e ricordare il picconamento di statue di dittatori defenestrati in Europa o miti che si volevano cancellare. […] E’ uscita infatti l’edizione italiana de “Il caso del cane marrone. La storia di un monumento che ha diviso un Paese” per VandAedizioni. Lotte convergenti fra femministe, classe operaia e antivivisezionisti, portarono il Consiglio distrettuale, a stragrande maggioranza progressista, a far erigere un monumento a un cane usato qualche anno prima per efferati esperimenti nell’Università, contestati da due studentesse femministe svedesi e dibattuti in un causa legale per diffamazione con relativo processo. Si susseguirono manifestazioni con migliaia di persone a Trafalgar Square, tentativi di sabotaggio, riunioni pubbliche sciolte per intemperanze, giornali dell’era edoardiana schierati da una parte e dall’altra e piantonamenti della polizia a difesa della contestata opera.

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