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Julie Bindel – Libreria delle donne

– VandA.ePublishing insieme a Morellini editore è lieta di presentare Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione di Julie Bindel

Julie Bindel parteciperà il 9 marzo all’incontro Miti e lobby della prostituzione presso la Libreria delle Donne di Milano.

Vi aspettiamo!


 

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Nè sesso nè lavoro – Feminism2

venerdì 8 marzo alle ore 18

Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma

Nell’ambito della fiera dell’editoria delle donne FEMINISM,

presentazione del volume fresco di stampa, in pubblicazione il 5 marzo

NE’ SESSO NE’ LAVORO
Politiche sulla prostituzione

di Daniela Danna, Silvia Niccolai, Luciana Tavernini e Grazia Villa

Un incontro importante per chiarirsi le idee su qualcosa che, anche noi donne, “facciamo finta di non vedere”.

Intervengono le autrici

Daniela Danna, sociologa

Silvia Niccolai, costituzionalista

Presenta
Anna Rosa Buttarelli, filosofa e saggista

 

 Né sesso né lavoro. Politiche della prostituzione esce tempestivamente nello stesso giorno della discussione della Consulta in Italia per fornire un contributo indispensabile al dibattito su prostituzione/sex work in Italia.
Forti di competenze diverse e specifiche, le quattro autrici mostrano i differenti aspetti del fenomeno. Il sex work non è un lavoro come un altro, e il concetto stesso di sex work stravolge il senso sia del sesso sia del lavoro. Il testo descrive la portata culturale della prostituzione nei rapporti odierni tra i sessi, e le radici antiche dei dibattiti attuali, approfondendo la conoscenza dei modelli di politiche internazionali, con un focus sui paesi in cui i modelli proposti per uscire dall’abolizionismo della legge Merlin sono stati realizzati, passando all’analisi di questa bella e trascurata legge e delle modalità della sua applicazione, per concludere on le proposte presentate dai parlamentari e i partiti che vogliono modificarla o stravolgerla.

 

Daniela Danna è sociologa all’Università del Salento e si occupa di questioni di genere, analisi dei sistemi-mondo, rapporto società-ambiente, decrescita.
Silvia Niccolai è ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Cagliari. È autrice del saggio Femminismo ed esperienza giuridica. A proposito del ritorno di un’antica regula iuris.
Luciana Tavernini ha partecipato all’Associazione Melusine e fin dagli anni Ottanta alla Pedagogia della differenza. Per anni si è occupata con Marina Santini delle iniziative della Libreria delle donne-Circolo della Rosa di Milano.
Grazia Villa è avvocata per i diritti delle persone. Con le donne ha promosso molte cause pilota in materia di riconoscimento di diritti nei luoghi di lavoro, costituzione di parte civile nei processi di stupro e violenza sessuale, denunce relative a molestie e stalking.

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Julie Bindel @Rimini

– VandA.ePublishing insieme a Morellini editore è lieta di presentare Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione di Julie Bindel

Julie Bindel parteciperà l’8 marzo, giornata dedicata alle donne, all’incontro I miti della prostituzione. Le donne parlano della violenza maschile presso il Teatro degli Atti di Rimini.

 

Il commercio internazionale del sesso è al centro di uno dei dibattiti più accesi a livello mondiale, e non solo fra le femministe e gli attivisti per i diritti umani. Per decenni la sinistra liberale ha oscillato fra il pro-sex work e l’abolizionismo. Ma oggi le donne che hanno vissuto la violenza della prostituzione hanno preso la parola contro la favola di Pretty Woman, la “puttana felice”, dando vita a un movimento globale che sta portando avanti una battaglia a favore del Modello nordico, l’unico modello legislativo che protegge i diritti umani delle persone prostituite.

Julie Bindel, giornalista britannica, rinomata per le sue inchieste, si è occupata di fondamentalismo religioso, violenza contro le donne, maternità surrogata, commercio di mogli ordinate su catalogo, tratta di esseri umani e delitti insoluti. Scrive regolarmente per The Guardian, NewStatesman, Truthdig, Standpoint Magazine, e collabora con la BBC e Sky News. È stata visiting journalist alla Brunel University London e ora fa parte del comitato di www.byline.com

 

Vi aspettiamo!


 

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Lectio magistralis – Julie Bindel

 

Vanda.ePublishing con Morellini editore, in collaborazione con

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, presenta

 

LECTIO MAGISTRALIS

di Julie Bindel

 

autrice de

IL MITO PRETTY WOMAN

Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione

(VandA ePublishing-Morellini Editore, in libreria da febbraio 2019)

 

mercoledì 6 marzo alle ore 18.30, viale Pasubio 5 a Milano

 

La prima e unica indagine mondiale sulla prostituzione, completa, audace, coraggiosa, che sfata il mito del sex work.

Perché la prostituzione non è lavoro, ma abuso a pagamento

 

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In un momento chiave della lotta contro l’abuso sulle donne, portata a clamore mondiale con il movimento #metoo, particolarmente attuale è la battaglia contro il tentativo di legalizzare lo sfruttamento sessuale chiamandolo “lavoro”.  In Francia farà storia la recentissima decisione del Consiglio Costituzionale che ha sancito la costituzionalità, messa in discussione, della legge emanata nel 2016 che introduceva la criminalizzazione dell’acquisto di sesso. In Italia il tema verrà affrontato il 5 marzo quando la Consulta dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità della legge Merlin, fortemente difesa da molte associazioni femministe al grido di  #IosonoLinaMerlin

 

A sostegno di questa battaglia, in un tour italiano di varie tappe, la giornalista inglese Julie Bindel, scrittrice e militante politica di fama mondiale, terrà una lectio magistralis il 6 marzo alle 18.30 in Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, nell’ambito delle attività legate al libro e alla lettura BookLab. Fondatrice dell’associazione “Justice for women”,  e autrice del volume  Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzionepubblicato in Italia da VandA.ePublishing con Morellini editore, la prima indagine globale sulla prostituzione, con dati e testimonianze raccolti in 40 paesi, città e stati fra Europa, Asia, Nordamerica, Australia, Nuova Zelanda e Africa.

 

Tradotto da Resistenza femminista, che da anni dà voce alle sopravvissute alla prostituzione lottando contro l’industria del commercio sessuale, il volume raccoglie 250 interviste che Julie Bindel ha realizzato visitando bordelli legali, conoscendo‘papponi’, pornografi e sopravvissute alla prostituzione, incontrando femministe abolizioniste, attivisti pro-sex work, poliziotti, uomini di governo e uomini che “vanno a puttane”, con l’obiettivo di sfatare il falso mito del sex workla prostituzione non è un lavoro ma un abuso a pagamento.

 

Il commercio internazionale del sesso è al centro di uno dei dibattiti più accesi a livello mondiale, non solo fra le femministe e gli attivisti per i diritti umani. Oggi le donne che hanno vissuto la violenza della prostituzione hanno preso la parola contro la favola di Pretty Woman, la “puttana felice”, dando vita a un movimento globale che sta portando avanti una battaglia a favore del Modello nordico, l’unico modello legislativo che protegge i diritti umani delle persone prostituite.

 

Una battaglia che ha come maggiore antagonista la potente e ben finanziata lobby pro-prostituzione, costituita principalmente da proprietari di bordello, agenzie di escort e compratori di sesso, il cui intento è ridurre la prostituzione a un “lavoro come un altro”, occultando la violenza subita dalla donna e trasformando gli sfruttatori in imprenditori, allo scopo di decriminalizzare l’industria del sesso e proteggere il “diritto” dei compratori ad abusare dei corpi delle donne. Basti pensare – sottolinea Bindel nell’introduzione – a come per dare un “aspetto pulito e rispettabile” al commercio sessuale sia cambiato il linguaggio che lo descrive, per cui i papponi sono diventati “manager”, le donne prostitute “sex workers” e lo stupro “un rischio del mestiere”.

 

Le interviste raccolte ne Il mito Pretty Woman rivelano le bugie di una mitologia tesa a truccare gli interessi di un’attività criminale fra le più redditizie a livello globale. Come evidenzia Julie Bindel, il commercio sessuale risulta ormai comunemente accettato, a partire dalla ricorrente affermazione che “la prostituzione è necessaria, inevitabile e innocua. Oggi più che mai è dunque necessario promuovere una campagna contro la normalizzazione dello sfruttamento, della proprietà di bordelli e dell’acquisto di sesso.

 


 

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Julie Bindel @Napoli

– VandA.ePublishing insieme a Morellini editore è lieta di presentare Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione di Julie Bindel

Julie Bindel parteciperà il 4 marzo all’incontro Prostituzione. Quale libertà?, precedendo di poche ore la decisione della Corte Costituzionale sulla costituzionalità della legge Merlin.

 

Il commercio internazionale del sesso è al centro di uno dei dibattiti più accesi a livello mondiale, e non solo fra le femministe e gli attivisti per i diritti umani. Per decenni la sinistra liberale ha oscillato fra il pro-sex work e l’abolizionismo. Ma oggi le donne che hanno vissuto la violenza della prostituzione hanno preso la parola contro la favola di Pretty Woman, la “puttana felice”, dando vita a un movimento globale che sta portando avanti una battaglia a favore del Modello nordico, l’unico modello legislativo che protegge i diritti umani delle persone prostituite.

Julie Bindel, giornalista britannica, rinomata per le sue inchieste, si è occupata di fondamentalismo religioso, violenza contro le donne, maternità surrogata, commercio di mogli ordinate su catalogo, tratta di esseri umani e delitti insoluti. Scrive regolarmente per The Guardian, NewStatesman, Truthdig, Standpoint Magazine, e collabora con la BBC e Sky News. È stata visiting journalist alla Brunel University London e ora fa parte del comitato di www.byline.com

 

Vi aspettiamo alla Sala Santa Maria La Nova, Napoli, il 4 marzo!


 

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Novità – Né sesso né lavoro

Proprio in questo ultimi mesi di febbraio/marzo 2019 si sta giocando la costituzionalità della legge abolizionista, messa in discussione. In Francia il primo febbraio il Consiglio Costituzionale si è
pronunciato a favore, sancendone la costituzionalità! Possiamo sperare nello stesso risultato per l’Italia? Il 5 marzo sarà discussa di fronte alla Consulta la costituzionalità della legge Merlin. Ci auguriamo che l’Italia come la Francia si opponga al tentativo di legalizzare lo sfruttamento sessuale chiamandolo “lavoro” e che la legge Merlin non si tocchi!
Né sesso né lavoro. Politiche della prostituzione esce tempestivamente nello stesso giorno della discussione della Consulta in Italia per fornire un contributo indispensabile al dibattito su prostituzione/sex work in Italia. Forti di competenze diverse e specifiche, le quattro autrici mostrano i differenti aspetti del fenomeno. Il sex work non è un lavoro come un altro, e il concetto stesso di sex work stravolge il senso sia del sesso sia del lavoro. Il testo descrive la portata culturale della
prostituzione nei rapporti odierni tra i sessi, e le radici antiche dei dibattiti attuali, approfondendo la conoscenza dei modelli di politiche internazionali, con un focus sui paesi in cui i modelli proposti per uscire dall’abolizionismo della legge Merlin sono stati realizzati, passando all’analisi di questa bella e trascurata legge e delle modalità della sua applicazione, per concludere on le proposte presentate da i parlamentari e i partiti che vogliono modificarla o stravolgerla.

Daniela Danna è sociologa all’Università del Salento e si occupa di questioni di genere, analisi dei sistemi-mondo, rapporto società-ambiente, decrescita.
Silvia Niccolai è ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Cagliari. È autrice del saggio Femminismo ed esperienza giuridica. A proposito del ritorno di un’antica regula iuris.
Luciana Tavernini ha partecipato all’Associazione Melusine e fin dagli anni Ottanta alla Pedagogia della differenza. Per anni si è occupata con Marina Santini delle iniziative della Libreria delle donne-Circolo della Rosa di Milano.
Grazia Villa è avvocata per i diritti delle persone. Con le donne ha promosso molte cause pilota in materia di riconoscimento di diritti nei luoghi di lavoro, costituzione di parte civile nei processi di stupro e violenza sessuale, denunce relative a molestie e stalking.

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Julie Bindel presenta “Il mito Pretty Woman”

– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione di Julie Bindel.

In un momento chiave della lotta contro l’abuso sulle donne, che ha visto nascere e affermarsi movimenti globali come il #metoo e molti altri, arriva in libreria grazie a VandAePublishing Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzioneil libro-inchiesta di Julie Bindel, giornalista inglese, scrittrice, attivista politica di fama mondiale e fondatrice dell’associazione “Justice for women”, che per prima ha realizzato un’indagine globale sulla prostituzione, raccogliendo dati e testimonianze in 40 paesi, città e stati fra Europa, Asia, Nordamerica, Australia, Nuova Zelanda e Africa.

Tradotto da Resistenza femminista, che da anni dà voce alle sopravvissute alla prostituzione lottando contro l’industria del commercio sessuale, il volume raccoglie 250 interviste che Julie Bindel ha realizzato visitando bordelli legali, conoscendo papponi, pornografi e sopravvissute alla prostituzione, incontrando femministe abolizioniste, attivisti pro-sex work, poliziotti, uomini di governo e uomini che “vanno a puttane”, con l’obiettivo di sfatare il falso mito del sex workla prostituzione non è un lavoro ma un abuso a pagamento.

Julie Bindel presenta in tutta Italia il suo nuovo libro-inchiesta:
– 4 marzo: Convegno presso il comune di Napoli (h 17)
– 5 marzo: Casa delle Letterature di Roma (h 17)
– 6 marzo: Lectio magistralis alla Fondazione Feltrinelli di Milano (h 18.30)
– 7 marzo: Campus Einaudi dell’Università di Torino (h 10)
– 8 marzo: Teatro degli Atti di Rimini (h 15)
– 9 marzo: Libreria delle Donne di Milano (h 18.30)


Il commercio internazionale del sesso è al centro di uno dei dibattiti più accesi a livello mondiale, e non solo fra le femministe e gli attivisti per i diritti umani. Per decenni la sinistra liberale ha oscillato fra il pro-sex work e l’abolizionismo. Ma oggi le donne che hanno vissuto la violenza della prostituzione hanno preso la parola contro la favola di Pretty Woman, la “puttana felice”, dando vita a un movimento globale che sta portando avanti una battaglia a favore del Modello nordico, l’unico modello legislativo che protegge i diritti umani delle persone prostituite.

Julie Bindel, giornalista britannica, rinomata per le sue inchieste, si è occupata di fondamentalismo religioso, violenza contro le donne, maternità surrogata, commercio di mogli ordinate su catalogo, tratta di esseri umani e delitti insoluti. Scrive regolarmente per The Guardian, NewStatesman, Truthdig, Standpoint Magazine, e collabora con la BBC e Sky News. È stata visiting journalist alla Brunel University London e ora fa parte del comitato di www.byline.com

 


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“Manifesti femministi” in tour

– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano Manifesti femministi. Il femminismo radicale attraverso i suoi scritti programmatici (1964-1977) a cura di Deborah Ardilli.

Sono state organizzate in tutta Italia delle presentazioni per il nuovo libro curato da Deborah Ardilli. Ecco le presentazioni in programma per il mese di marzo:

2 marzo, CATANIA — Centro Antiviolenza Thamaia
9 marzo, ROMA — Casa Internazionale delle Donne (Fiera dell’editoria delle donne)
21 marzo, NAPOLI — Ex Asilo Filangieri
23 marzo, BOLOGNA — Libreria delle Donne
24 marzo, RIMINI — Bookshop Lento
29 marzo, MILANO — Libreria Antigone
3 aprile, FIRENZE — IAM Sakine
17 maggio, VENEZIA — Cà Foscari
25 maggio, Catania — Libreria Prampolini


Il volume raccoglie testi composti in Italia, in Francia e negli Stati Uniti (alcuni di questi tradotti per la prima volta) dalle più attive rappresentanze del femminismo radicale dalla seconda metà degli anni Sessanta alla seconda metà degli anni Settanta del XX secolo. “Radicale”, a partire dal ‘68 e fino alla fine degli anni Settanta, fu soprattutto il “soggetto imprevisto” del femminismo. Il manifesto politico è il genere che meglio si presta a restituire la complessità di quella straordinaria stagione che segnò la presa di coscienza delle donne, attraverso un drastico ripensamento delle relazioni tra loro e della forza che da questo deriva. Riletto attraverso i suoi manifesti, il femminismo radicale sconvolge la banalizzazione corrente di ciò che è stato per riconsegnarci la testimonianza della sua verità e un’immagine in movimento di ciò che potrebbe essere.

 

Deborah Ardilli ha conseguito un dottorato di ricerca in Filosofia Politica presso l’Università di Trieste, è traduttrice e studiosa di teoria politica e storia dei movimenti femministi. Attualmente collabora con il “Laboratorio Anni Settanta” dell’Istituto Storico di Modena. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Trilogia SCUM. Scritti di Valerie Solanas, edizione curata insieme a Stefania Arcara e pubblicato da VandAePublishing e Morellini Editore.

 


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Supernove @Libreria Verso, Milano


Mercoledì 16 gennaio 2019, ore 19.


Cinque artiste unite in un collettivo per una poesia attiva. Mercoledì 16 gennaio 2019 alle ore 19.00 alla Libreria Verso di Milano viene presentato il cofanetto Supernove. Poesie per gli anni 2000 (VandAePublishing e Sartoria Utopia), con Francesca GentiManuela DagoRoberta DuranteFrancesca GironiSilvia Salvagnini, che dialogano insieme a Irene Soave.

La raccolta di poesie nasce con l’intento di integrare la dimensione estetica e quella etica, come un punto di partenza per risanare e inventare parole, cose, creature, mondi. Poesie su cartoline come messaggio, rimedio, ponte, manciata di sassi.

 

Vi aspettiamo in Corso di Porta Ticinese 40 alle ore 19!


 

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L’ecologia spiegata dalla Natura


di Daniela Danna (KaiZen, 10 gennaio 2019)


– In questo brano è la Natura che parla. Affronta le domande dell’umanità e risponde alle sue obiezioni, in una lezione indimenticabile, che ci svela molte cose sugli esseri umani che non immaginavamo nemmeno. Come la nostra reazione di fronte alle situazioni di emergenza.

Ti preoccupi del futuro e quindi lo distruggi? Un bel paradosso. O davvero non capisci dove state andando. Ma sì, forse non siete irrimediabilmente avidi né spinti dalla vanità, dal denaro, dalla smania di avere successo, concentrati solo sulla vostra scalata sociale. Questo è il velo di Maya, è solo l’illusione su come funzionano veramente le società umane. Infatti la paura non è un artificio, è un’emozione profondamente umana, e animale. Non è un sentimento indotto dalla società, è biologica, ed è molto utile: può salvarti la vita quando ti spinge a scappare! Da quando la vostra mente concepisce l’idea di futuro, questa prospettiva ignota vi fa paura, una paura che può intorbidare anche il presente più sereno e felice. E allora accumulate, in vista dei tempi bui, in previsione dell’inverno. Non fate male. Peccato solo che vi abbiano convinto che la mossa vincente sia l’accumulo di denaro. Investite in azioni di Borsa… ma accumulate piuttosto azioni vere, quelle realmente utili agli altri, nella fiducia che vi sarà reciprocità quando ne avrete bisogno. Vi assicuro che è un’assicurazione molto più efficace.

È così che fanno i poveri, molto più pronti ad aiutarsi tra loro, mentre i ricchi ti chiudono la porta in faccia se non appartieni alla loro classe sociale. Sarà per la stretta associazione coi poveri che la reciprocità è diventata démodé, come il pane nero? Lo è anche, purtroppo, nei Paesi poco sviluppati, come scrive Wangari Maathai ne La religione della Terra (Sperling & Kupfer, 2011): «L’economia e la cultura di molti nativi sono passate da un senso di responsabilità collettiva per il benessere della comunità, basato su una condivisione dello spazio pubblico e del bene comune, a un’etica individualista che si concentra sul sé. Mentre in passato la comunità poteva essere definita in base al modo in cui condivideva le ricchezze della terra tra i propri membri e i visitatori, ora è disorientata e ha perso ogni contatto con quella terra e le usanze che l’hanno sostenuta sotto tutti i punti di vista, fisico, ambientale e morale».

 

L’AIUTO RECIPROCO, IL LEGAME DELLA COLLETTIVITÀ

La generosità è una vostra caratteristica tanto quanto l’avidità, e nelle situazioni più difficili si manifesta. A New Orleans, dopo l’uragano Katrina, la grande disinformatrice che è la televisione chiamava «saccheggio» l’approvvigionamento di viveri e convinceva gli spettatori che gli abitanti della città fossero regrediti all’hobbesiana guerra di tutti contro tutti mostrando uomini armati ovunque. Invece chi ha vissuto là in quei giorni ha testimoniato come gli uomini armati fossero quelli mandati dallo Stato, oppure sporadiche ronde razziste scatenate in un’impunita «caccia al negro», mentre la gente comune cercava di aiutarsi a vicenda (e se non bastasse lo stato di necessità come giustificazione per il self service nei negozi, c’è anche da dire che altrimenti le derrate non consumate sarebbero marcite) dimostrando come in fondo anche gli esseri umani sono capaci di grandi e ottime azioni.

Non è stata la prima volta nella storia, come sanno i sociologi che studiano le catastrofi. In Un Paradiso all’inferno (Fandango, 2009), Rebecca Solnit così spiega la gioia, addirittura l’euforia, provata dai sopravvissuti nel soccorrersi reciprocamente: «Un’esperienza che fu essenzialmente quella della partecipazione alla collettività, della conquista di un ruolo nella vita pubblica, del legame con gli estranei intorno a noi e in tal modo a quella astrazione che chiamiamo società. […] Una parte di questa gioia la ritroviamo a volte in un disastro e il suo effetto è così profondo che alcune persone ricordano i disastri, dal bombardamento di Londra al crollo delle torri del World Trade Center, con uno strano ardore. Abbiamo, o quantomeno la maggior parte di noi ha, un profondo desiderio di questa vita pubblica democratica, di una voce, di partecipazione, di uno scopo e un significato che non possono essere solo personali. Desideriamo un’individualità più grande e un mondo più grande».

E questo contro la visione della società che hanno i vostri padroni: «Le élite della Gran Bretagna prima della Seconda guerra mondiale prevedevano che la cittadinanza si sarebbe sgretolata, mentre i leader statunitensi che organizzavano le guerre nucleari giunsero alla conclusione che i sopravvissuti rappresentassero una minaccia superiore alle stesse bombe. La mia impressione è che il panico dell’élite riguardi persone potenti che vedono tutta l’umanità a propria immagine e somiglianza. In una società basata sulla competizione, chi è meno altruista spesso arriva ai livelli più alti della gerarchia. E in quella posizione danno vita a una rappresentazione che è assai più vicina agli scenari del darwinismo sociale che a una delle situazioni scoperte da Kropotkin in Siberia», la frontiera dell’impero russo dove l’anarchico visse, in terre selvagge, a contatto coi popoli nativi.

L’esperienza gli ispirò il libro Il mutuo appoggio, dove contesta la visione del darwinismo sociale e afferma che non è la competizione la condizione originaria degli esseri umani quanto degli animali: è piuttosto la collaborazione a essere necessaria per la sopravvivenza, ed è questa la condizione umana naturale.

 

I CITTADINI CHE «DANNO FASTIDIO»

Anche a New Orleans, dopo l’uragano, salvare vite umane divenne un’attività fuorilegge. Continua Rebecca Solnit: «Un muscoloso agente della polizia statale con un fucile calibro 12 disse a uno dei medici che sovrintendevano all’evacuazione [del Charity Hospital]: “Dottore, chiuderemo questa rampa di carico alle 5 del pomeriggio. Dopo le 5 non siamo in grado di garantire la sicurezza da queste parti”. Un medico protestò affermando di non capire quali fossero i problemi di sicurezza. L’agente replicò: “Dottore, siamo noi che decidiamo quali sono le minacce alla sicurezza”». Perché questa arroganza? «Tricha Wachtendorf, sociologa esperta di disastri che trascorse diverso tempo a New York dopo l’11 settembre, commenta che spesso i volontari che convergono nel luogo della catastrofe danno fastidio alle istituzioni perché “l’immagine di questi gruppi mette in risalto l’inadeguatezza degli interventi ufficiali”».

L’11 settembre negli Stati Uniti «furono i cittadini stessi a prendere le decisioni più importanti, dall’evacuazione degli edifici del World Trade Center, nonostante l’invito a non muoversi da parte della Port Authority, fino all’organizzazione di enormi sforzi per i soccorsi. Mentre il Pentagono non fu in grado di agire, i cittadini furono protagonisti di drammatiche azioni sul volo 93 [l’aereo precipitato senza raggiungere l’obiettivo dei dirottatori], probabilmente grazie alle rapide decisioni e azioni collettive dei passeggeri. Non si trattò solo di un momento di mutuo soccorso e altruismo, ma anche di un momento di democrazia partecipativa nell’agorà di Union Square, nei dispensari, nelle cucine improvvisate e nell’impegno dei volontari in tutta la città.

Le persone decisero di fare qualcosa, unite tra di loro, in genere con perfetti sconosciuti, e resero possibile tutto questo. Fu anarchia nel senso di Kropotkin, autodeterminazione piuttosto che caos».

Come abbiamo visto a L’Aquila, il vero sciacallaggio è quello di chi usa le catastrofi per fare affari. Così è successo anche a New Orleans: «Questi personaggi fecero della catastrofe un’opportunità per promuovere obiettivi conservatori: licenziarono tutti gli insegnanti di New Orleans e reinventarono di sana pianta il sistema scolastico come un sistema prevalentemente basato su istituti privati sovvenzionati dallo stato e meno soggetti al controllo di genitori e contribuenti; chiusero tutta l’edilizia popolare della città proprio quando il bisogno di case era più disperato, gli affitti stavano salendo all’impazzata e i grandi complessi abitativi erano alcuni degli alloggi più illesi in molti quartieri; abbandonarono il Charity Hospital, per intere generazioni la fonte di maggior assistenza sanitaria dei più poveri; ridussero il trasporto pubblico dell’80%».

 

L’ARMONIA CON LA NATURA, L’ARMONIA CON SÉ STESSI

È sempre possibile garantirsi profitti sfruttando di più te o me, l’uomo o la natura. Ma poi… guardami bene!

Io sono te.

L’ecologia è la scienza della propria casa.

E questa casa non è un’azienda, né lo può diventare, come scrive Rebecca Solnit: «Praticamente tutti noi risponderemmo, se ci fosse chiesto, che le società del mondo industrializzato sono capitaliste – ossia basate su un modello di competizione e scarsità – ma non è vero che esse lo sono nella loro interezza. Le economiste radicali J.K. Gibson-Graham (due donne che si firmano con un solo nome) ritraggono la nostra società come un iceberg, nel quale le pratiche capitaliste competitive sono visibili sopra il livello dell’acqua mentre al di sotto si nasconde ogni genere di relazione di aiuto e collaborazione da parte di famiglie, amici, vicini, chiese, cooperative, volontari e associazioni di volontari – da quelle sportive ai sindacati dei lavoratori – oltre alle attività che sono fuori dal mercato, sotto il banco, il baratto di lavori e oggetti e molto altro, una rete vivacissima di imprese non commerciali. Le tribù, i clan e i villaggi in cui vigeva il mutuo soccorso di cui ci parla Kropotkin non sono mai spariti del tutto, anche tra noi, in questa nostra società moderna. In occasione di un disastro, come notò lo stesso Samuel Prince, diventano visibili e importanti. Le persone del luogo di un disastro si comportano in base a regole del tutto diverse, ma anche quelle che sono lontane diventano spesso generose donando tempo, beni e denaro». Questo dovete fare: mettere in pratica l’ecotopia per creare una società finalmente in armonia con me – con la Natura… cioè con voi stessi.

 

LA PAROLA ALLA NATURA

Dalla parte della Natura (Morellini/VandA epublishing, 2018) è un testo originale, ricco di spunti e in grado di fornire una visione d’insieme alle questioni che riguardano il rapporto tra umanità e natura. La sociologa Daniela Danna propone l’artificio retorico della comunicazione in prima persona della Natura. E si confronta con un interlocutore umano spesso imbarazzato, pigro, conservatore e opportunista. Un esempio godibile di critica ecofemminista che propone con rigore e coerenza il superamento di un rapporto proprietario e di dominio con la natura vivente. L’autrice ritiene che l’umanità sappia benissimo qual è la soluzione. Come ci si debba comportare nel rispetto della natura. E richiama una serie di casi in cui di fronte all’emergenza ambientale, l’autorganizzazione ha aperto strade funzionali ed efficaci per tutti.

 

Daniela Danna è sociologa e si occupa di questioni di genere, analisi dei sistemi-mondo, rapporto società-ambiente, decrescita. Le sue ultime pubblicazioni sono Fare un figlio per altri è giusto… (Falso)! (Laterza, 2017), Maternità. Surrogata? (Asterios, 2017), La Piccola Principe (VandA ePublishing 2018), Il peso dei numeri: Teorie e dinamiche della popolazione (Asterios, 2017). Vi aspetta sul sito Web  www.danieladanna.it.


 

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Nadia Spicuglia Franceschi @Bistrò96, Milano


Venerdì 11 gennaio 2019, Bistrò96, corso Magenta 96, Milano, ore 19.30


Enea ti amo by Didone, una rivisitazione del IV canto dell’Eneide.

di e con Nadia Spicuglia Franceschi

“Didone racconta con parole mie quello che altri hanno pensato di scrivere con pensieri suoi”…
Una storia d’amore, di passione, di abbandono… di pigghiata po’ culu.

Testo di prossima pubblicazione con VandA ePublishing

 

Venerdì 11 gennaio 2019 ore 19.30
Bistrò96
Corso Magenta 96, 20123 Milano

Info e prenotazioni: bistro96magenta@gmail.com

NADIA SPICUGLIA FRANCESCHI

Siciliana, milanese d’adozione (solo tre mesi all’anno), autrice di testi teatrali, performer, attrice comica su La7.
Si occupa di tematiche femminili; i personaggi che interpreta sono salvate da una sana e particolare ironia.
Sul palco del Teatro Greco di siracusa, conosce e lavora a fianco di Moni Ovadia.
Collabora con VandA.epublishing, il nuovo editore digitale femminile.
Di lei dice: “ho provato ad avere un gatto ma ha pianto tutta la notte, ciò nonostante sono una bella persona”


 

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“Manifesti femministi” @ Firenze


Firenze, 11 gennaio 2019 ore 19


– VandA.ePublishing e Morellini Editore presentano Manifesti femministi a cura di Deborah Ardilli.

Torna in libreria Deborah Ardilli con il nuovo saggio Manifesti femministi. Il femminismo radicale attraverso i suoi scritti programmatici (1964-1977) co-edito in collaborazione con Morellini Editore. L’autrice ne parla con Barbara Bonomi Romagnoli, giornalista e scrittrice di femminismo ed ecologia, e Carla Fronteddu, insegnante di studi di genere e autrice.

Con la sua peculiare combinazione di rabbia e proiezione utopica, il manifesto politico è il genere che meglio si presta a restituire la complessità di quella straordinaria stagione che segnò la presa di coscienza delle donne, attraverso un drastico ripensamento delle relazioni tra loro e della forza che da questo deriva. Riletto attraverso i suoi manifesti, il femminismo radicale sconvolge la banalizzazione corrente di ciò che è stato per riconsegnarci la testimonianza della sua verità e un’immagine in movimento di ciò che potrebbe essere.
Una polifonia di voci che attraversa l’oceano e presenta una varietà di posizioni e che ancora oggi fanno riflettere sullo stato delle donne in tutto il mondo.


“Radicale”, a partire dal ’68 e fino alla fine degli anni Settanta, fu soprattutto il “soggetto imprevisto” del femminismo.
Con la sua peculiare combinazione di rabbia e proiezione utopica, il manifesto politico è il genere che meglio si presta a restituire la complessità di quella straordinaria stagione che segnò la presa di coscienza delle donne, attraverso un drastico ripensamento delle relazioni tra loro e della forza che da questo deriva.
Riletto attraverso i suoi manifesti, il femminismo radicale sconvolge la banalizzazione corrente di ciò che è stato per riconsegnarci la testimonianza della sua verità e un’immagine in movimento di ciò che potrebbe essere.

 

Deborah Ardilli ha conseguito un dottorato di ricerca in Filosofia Politica presso l’Università di Trieste, è traduttrice e studiosa di teoria politica e storia dei movimenti femministi. Attualmente collabora con il “Laboratorio Anni Settanta” dell’Istituto Storico di Modena. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Trilogia SCUM. Scritti di Valerie Solanas, edizione curata insieme a Stefania Arcara e pubblicato da VandAePublishing e Morellini Editore.

 


Vi aspettiamo alla Biblioteca Fiesolana 2b, via Fiesolana 2b, Firenze.

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Evento – La buona moneta, Siracusa


Venerdì 14 dicembre
Urban Center, via Nino Bixio 1, Siracusa


Pierangelo Dacrema, autore de “La buona moneta. Come azzerare il debito pubblico e vivere felici (o solo un po’ meglio)” partecipa venerdì 14 dicembre Moneta complementare. Uno strumento a “impatto zero” per gestire le sindromi da crisi.

PROGRAMMA
Introduzione
Luigi Martines
                     Onda Coin

Interventi
Pierangelo Dacrema
Economista e docente all’Università della Calabria

in Breve storia della moneta
– Funzione della moneta nell’economia;
– Economia finanziaria e credit crunch;
– Le monete complementari come soluzione : storia e attualità;

Renato Mannheimer
                 Sociologo, saggista e sondaggista italiano

in Sondaggio sulle monete complementari
– Percezione della crisi e l’atteggiamento verso le monete complementari

Tavola Rotonda
Modera
Laura Del Santo
Opinionista Economica

 


Le dimensioni del debito pubblico italiano sono un fattore di rischio che ostacola qualunque politica di sviluppo della nostra economia. Un problema annoso, tema di dibattito e di scontro a ogni vigilia del voto.
Le politiche di austerità volte ad arginare il debito si sono rivelate inefficaci, oltre che dolorose. In un’Italia afflitta da disoccupazione e vaste sacche di indigenza occorrono provvedimenti adatti a promuovere consumi, investimenti, occupazione e reddito. E il loro ineludibile presupposto è la disponibilità di moneta.
Ma come procurarsela in presenza di un debito pubblico abnorme e di regole europee che ne impongono il drastico ridimensionamento?
L’unica risposta a esigenze così contrastanti è che il nostro debito pubblico venga rimborsato con una nuova moneta nazionale a corso forzoso. In più occasioni, Lega e M5S hanno preso le distanze dall’euro e caldeggiato la creazione di una moneta italiana. La posizione di Pierangelo Dacrema è radicalmente diversa. In modo chiaro, asciutto e convincente, questo libro mostra che il benessere della nostra nazione non sta nell’uscita dall’euro. E che un’Italia alleggerita dal debito e dotata di una propria moneta diventerebbe più forte, a tutto vantaggio dell’euro e dell’Europa.

 

Pierangelo Dacrema è professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari all’Università della Calabria. Ha insegnato nelle Università di Bergamo, di Siena, alla Cattolica, alla Bocconi e alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Con VandAePublishing ha pubblicato La dittatura del PIL, Trattato di economia in breve, Lettera aperta a uno studente universitario e Fumo bevo e mangio molta carne.

 

 


 

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Evento – La piccola principe

Milano, 16 dicembre 2018 ore 21


– VandA.ePublishing presenta  La piccola principe di Daniela Danna.

Domenica 16 dicembre Daniela Danna presenterà il suo libro, La piccola principe. Lettera aperta alle giovanissime su pubertà e transizione, uscito per VandAePublishing a luglio 2018, al circolo ARCI La Schigera.

Lo spunto dell’ultimo libro di Daniela Danna, sociologa, proviene dall’aumento negli ultimissimi anni, da parte di adolescenti e famiglie, di richieste di accesso ai percorsi di transizione e autodeterminazione, che permettono di smettere di vivere il ruolo di genere relativo al sesso biologico di appartenenza (transgenderismo).
È un tema che tocca vari aspetti, da quello legato alla fascia dell’adolescenza con le difficoltà di trovare una propria identità personale, fino a quello squisitamente medico e psicologico (in Italia la transizione è coperta dal Servizio Medico Nazionale mentre all’estero spesso è in regime privato).
Il libro ha aperto un dibattito, a volte dai toni aspri, che si inserisce in un clima di contrapposizione e di opposizione creatosi negli ultimi anni tra mondo lesbico/femminista e mondo trans. Dibattito che spesso rimane confinato ai circoli LGBT, ma che riveste un grande interesse per chiunque perché riguarda l’identità sessuale e quella di genere. Soprattutto in un periodo come quello attuale, nel quale la compagine governativa, ed evidentemente gran parte della popolazione, vuole ricondurre la questione a una rigida visione tradizionale dei ruoli.
La Pianta Anarchica, partendo proprio da La piccola principe, vuole provare a condividere la conoscenza della situazione. Insieme a Daniela Danna saranno presenti Nathan Bonni, attivista LGBT, e Marina Cortese, ginecologa. Per la Scighera Chiara Catellani e Andrea Perin.

Cucina aperta dalle 19.00
Ingresso con tessera Arci

Possono i minorenni voler cambiare sesso? Da dove viene questa strana richiesta, dal momento che cambiare sesso non è realmente possibile? L’attuale confusione tra “sesso” e “genere” indotta dalla filosofia postmoderna, secondo la quale il mondo è un testo e la realtà materiale non ha alcuna importanza, sta dando una spinta potentissima alla normalizzazione delle nuove generazioni.
Se sei un bambino effeminato, diventerai bambina. Se sei un maschiaccio, allora sei “veramente” un ragazzo. Big Pharma ti sorride: ti venderà ormoni per tutta la vita.

 

Daniela Danna, è ricercatrice confermata in Sociologia generale presso il Dipartimento di studi sociali e politici della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Insegna Politica sociale per la laurea triennale in Scienze sociali per la globalizzazione. Tra i suoi interessi di ricerca figurano analisi dei sistemi-mondo, rapporti tra i generi, studi sulla sessualità, sociologia dell’ambiente, sociologia storica. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Dalla parte della natura, VandAePublishing in coedizione con Morellini Editore.


Vi aspettiamo al circolo ARCI La Scighera, via Candiani 131, Milano

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25 novembre 2018

Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: fu istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare l’omicidio, avvenuto proprio il 25 novembre del 1960, delle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Domenicana.

Questa giornata è diventata l’occasione ideale per LOTTARE contro violenza sulle donne e il femminicidio.

La violenza sulle donne, sul loro corpo, ha molte forme e molti volti, troppe, troppi. Dobbiamo difenderci, ribellarci ad un’insidiosa assuefazione che ha seminato, morti, violenze, soprusi continui sotto i nostri occhi. Si può iniziare questa battaglia con l’informazione.

Leggete per informarvi perché non c’è progresso senza conoscenza.

Per il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, acquistate e leggete i nostri titoli migliori:

  • Manifesti femministi” a cura di Deborah Ardilli raccoglie testi composti in Italia, in Francia e negli Stati Uniti (alcuni di questi tradotti per la prima volta)dalle più attive rappresentanze del femminismo radicale dalla seconda metà degli anni Sessanta alla seconda metà degli anni Settanta del XX secolo.
  • Temporary mother” di Marina Terragni è un pamphlet “anarchico” e necessario di fronte alla portata della posta in gioco: i bambini e la differenza femminile, garanzia di civiltà e umanità.
  • Il mito Pretty Woman” di Julie Bindel è la prima e unica indagine mondiale sulla prostituzione, completa, audace e coraggiosa, che sfata il falso mito del sex work. Perché la prostituzione non è un lavoro, ma un abuso a pagamento.
  • Dalla parte della natura” di Daniela Danna è un fulminante pamphlet ecofemminista che attacca il sistema capitalista e patriarcale, dove donne, animali e ambiente sono considerate proprietà e beni da dominare, sfruttare, rapinare.
  • Trilogia Scum” di Valerie Solanas presenta per la prima volta nella loro integralità e con l’accompagnamento di un approfondito apparato critico, gli scritti di Valerie Solanas, figura cruciale della controcultura anni Sessanta e icona del femminismo radicale.
  • La piccola principe” di Daniela Danna è una lettera ai più giovani che vuole contestare l’attuale confusione tra “sesso” e “genere” indotta dalla filosofia postmoderna che sta dando una spinta potentissima alla normalizzazione delle nuove generazioni.

Diciamo basta alla violenza contro le donne!

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BlackFridaySuffragetteMemorial un buono sconto per ricordare il Black Friday delle Suffragette del 1910

Era il venerdì 18 novembre 1910, giornata in cui 300 donne al motto “Fatti, non parole” marciarono verso la Camera del Parlamento a Londra per protestare e lottare per il diritto al voto. La polizia reagì in modo molto violento, picchiandole brutalmente, tanto che due di loro morirono a seguito delle ferite, e 115 furono arrestate. Da quel black friday, le suffragette alzarono il livello di lotta adottando tecniche di guerriglia urbana: rompevano le vetrine dei negozi, davano fuoco alle case, solitamente a quelle di uomini politici, o ai club riservati ai soli uomini. Centinaia di donne finirono in prigione durante gli anni delle battaglie per il voto; molte di loro, che per protesta facevano lo sciopero della fame, furono alimentate forzatamente.

La legge per il diritto di voto fu approvata in Gran Bretagna solo nel 1918, ed era limitata solo alle donne sposate e over 30 anni. Solo nel 1928 il diritto fu esteso a tutte le donne. In Italia sarà necessario aspettare il 1946 per il suffragio femminile. Mentre lo Stato di Città del Vaticano è l’unico al mondo a non riconoscere ancora oggi il suffragio femminile.

Per ricordare la storia delle lotte femminili e invitare alla scoperta dei temi del femminismo alla redazione di VandA abbiamo creato uno speciale buono sconto dedicato all’occasione BlackFridaySuffragetteMemorial che vale 5 Euro sull’acquisto di qualsiasi ebook. Scegliere gli ebook e metterli nel carrello, nel carrello si può attivare lo sconto copiando il nome del buono sconto nella casella. Il buono si potrà usare fino a domenica 25 novembre a mezzanotte.

Molti ebook costano meno di 5 euro e potrete averli gratis!

 

 

 

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Convegno – Daniela Danna a Milano

Milano, 29 novembre 2018, dalle 10.00 alle 18.00


  Daniela Danna  partecipa al Convegno Mater Iuris.

Il diritto della madre: uscire dalla simmetria giuridica dei sessi nella procreazione

Convegno presso l’Università degli Studi di Milano, Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali, via Conservatorio 7, 29 novembre 2018, Sala Lauree.

Comitato scientifico: Valentina Calderai (Diritto privato, Università di Pisa), Daniela Danna (Sociologia, Università di Milano), Olivia Guaraldo (Filosofia politica, Università di Verona), Silvia Niccolai (Diritto costituzionale, Università di Cagliari), Elisa Olivito (Diritto costituzionale, Università di Roma), Susanna Pozzolo (Filosofia del diritto, Università di Brescia), Monica Santoro (Sociologia, Università di Milano)

Programma

Il convegno intende stimolare una riflessione delle giuriste e di tutti coloro che studiano la società intorno ad una coppia di domande: ci chiediamo se sotto la rivisitazione paritaria e neutra, che ha interessato nel corso degli anni il diritto di famiglia, non sia all’opera ancora, o nuovamente, un diritto prevalente del padre, e se questo assetto non possa essere ripensato, alla luce del patrimonio del pensiero femminista nel diritto. A questo pensiero intendiamo richiamarci, nelle sue ricche sfaccettature, che annoverano figure e percorsi diversi, ma sono tutte accomunate dalla critica nei confronti dell’automatismo della parità e dell’aspirazione alla mera simmetria dei sessi; riflessioni che hanno saputo sempre, partendo dalle donne, parlare del mondo, riconoscendo e criticando i modelli di convivenza che si sono venuti affermando, i quali condizionano e influenzano, anche, l’argomentazione giuridica e la riflessione sociale.

Si pensi all’elaborazione della nozione di ‘uguaglianza valutativa’ di Letizia Gianformaggio; all’ampia riflessione che approfondisce l’intreccio fra capitalismo e patriarcato e, in questa cornice, alle considerazioni di Carole Pateman sul ‘contratto sessuale’ e sulle ambiguità del concetto di ‘genere’; oppure alla riflessione che coglie, con Martha Fineman, il legame tra la “neutralizzazione” della madre e le esigenze del mercato. Oppure, agli studi che hanno riconosciuto nella medicalizzazione del corpo femminile, della gestazione e del parto, l’annuncio di una idea di soggettività e di socializzazione basate sulla ‘managerializzazione del sé’, che si sono col tempo rivelate cruciali nella costruzione della governamentalità ‘neo-liberale’, come nella lettura di Barbara Duden; e ancora alle ‘istituzioni della maternità’ di cui parla Adrienne Rich, che possono assumere storicamente forme diverse, ma riproporre identiche finalità espropriative e di controllo sulle donne, in particolare nella surrogazione di maternità.

Molti sono gli ambiti che si aprono e che possono essere esplorati, sia in chiave di diritto positivo, sia di analisi filosofica e sociologica, a partire da una riflessione volta a interrogare problematicamente una simmetria giuridica dei sessi nella procreazione che neutralizza la donna.

In particolare, da un lato, è stato da lungo tempo sottolineato che l’approccio ‘neutro’ ai temi della famiglia in nome della “parità” e della “fungibilità tra i sessi” può nascondere una nuova insidiosa discriminazione, nel senso di un trattamento incongruo e inappropriato, e di una perpetua svalorizzazione, nei confronti dell’esperienza femminile. Oggi, sul terreno della concreta esperienza giuridica, segnali significativi di simili insidie vengono chiaramente alla luce quando, in nome di un interesse superiore del minore tutto declinato nel cono di un principio paritario di bi-genitorialità, l’applicazione dell’affido condiviso apre a tragiche contraddizioni nei casi di conflittualità e di violenza. Più equa ci appare una prospettiva che, ben oltre il discorso individualista e il suo correlato paritario – oggi egemoni nel diritto – faccia spazio, proprio nel diritto, a una concezione costitutivamente relazionale della soggettività, nei suoi aspetti più concreti e materiali.

D’altro lato, è consolidata la consapevolezza che la famiglia, organismo centrale nell’autonomia sociale, risente delle dinamiche interpretative e delle pratiche che interessano il “governo” delle soggettività, e l’idea stessa di individuo e di persona, pratiche che hanno un loro centro nevralgico nella regolazione della fecondità femminile e degli istituti connessi. In questo quadro, rappresenta una sfida interrogare, per un verso, il concetto neutro di ‘omogenitorialità’– che si sostituisce a espressioni, sessuate, quali ‘doppia maternità’ e ‘doppia paternità’ – e, per l’altro verso, confrontare la rivendicazione di un principio neutro di “genitorialità alla nascita” con il principio mater semper certa – universale fino all’introduzione dell’istituto giuridico della surrogazione di maternità in California con Johnson v Calvert (1993). Riteniamo che la regula juris del mater semper certa possa essere interpretata oggi in chiave favorevole a nuove dimensioni di libertà femminile, traducibili in istituti giuridici capaci di rispecchiare la differenza sessuale.

In questa cornice possiamo enucleare, esemplificativamente, alcune domande:

È possibile sviluppare un “universalismo” a partire dalla prospettiva femminista o l’analisi femminista deve essere annoverata tra quelle politiche “parziali” e/o di parte?
Si può andare oltre l’anatema “essenzialista” che colpisce ogni uso politico e intellettuale dell’idea di differenza sessuale?
Quali sono le connessioni tra prospettiva femminista e critica all’intreccio tra capitalismo e patriarcato?
Come tener conto della differenza sessuale nella generazione e nella filiazione?
Quali i percorsi della soggettività giuridica e dell’idea di libertà nelle visuali critiche del diritto, giusfemministe e della differenza sessuale?
Donna, concepito, terzi: come individuare la libertà femminile nella generazione, in una scena della filiazione sempre affollata da ulteriori interessi?

 

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Evento – “La piccola principe” @Bergamo

Bergamo, 30 novembre 2018 ore 17.30


– VandA.ePublishing presenta  La piccola principe di Daniela Danna.

Venerdí 30 novembre Daniela Danna presenterà il suo libro, La piccola principe. Lettera aperta alle giovanissime su pubertà e transizione, uscito per VandAePublishing a luglio 2018. Interviene Giovanni dall’ Orto.


 

Possono i minorenni voler cambiare sesso? Da dove viene questa strana richiesta, dal momento che cambiare sesso non è realmente possibile? L’attuale confusione tra “sesso” e “genere” indotta dalla filosofia postmoderna, secondo la quale il mondo è un testo e la realtà materiale non ha alcuna importanza, sta dando una spinta potentissima alla normalizzazione delle nuove generazioni.
Se sei un bambino effeminato, diventerai bambina. Se sei un maschiaccio, allora sei “veramente” un ragazzo. Big Pharma ti sorride: ti venderà ormoni per tutta la vita.

 

Daniela Danna, è ricercatrice confermata in Sociologia generale presso il Dipartimento di studi sociali e politici della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Insegna Politica sociale per la laurea triennale in Scienze sociali per la globalizzazione. Tra i suoi interessi di ricerca figurano analisi dei sistemi-mondo, rapporti tra i generi, studi sulla sessualità, sociologia dell’ambiente, sociologia storica. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: Dalla parte della natura, VandAePublishing in coedizione con Morellini Editore.

 


Vi aspettiamo allo Spazio di documentazione La Piralide.


 

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Evento – Julie Bindel a Roma


Roma, 20 novembre 2018, h 16


Julie Bindel presenta in anteprima “Il mito Pretty Woman. Come la lobby del sesso ci spaccia la prostituzione“, già disponibile in e-book e in edizione cartacea da gennaio 2019 in co-edizione con Morellini Editore.

Nel corso di due anni, Julie Bindel ha raccolto 250 interviste in quasi 40 città e Stati viaggiando instancabilmente fra Europa, Asia, Nordamerica, Australia, Nuova Zelanda, Africa orientale e meridionale. Ha visitato bordelli legali, ha conosciuto papponi, pornografi, sopravvissute alla prostituzione e donne vendute da uomini considerati “imprenditori”. Ha incontrato femministe abolizioniste, attivisti pro sex work, poliziotti, uomini di governo, uomini che “vanno a puttane”. Un’indagine approfondita, appassionata e sofferta che rivela le bugie di una mitologia tesa a truccare gli sporchi interessi di un’attività criminale fra le più redditizie, la tratta globale. L’unico testo che tratta il tema a livello mondiale, in un momento in cui sono numerosi i governi che cominciano a interessarsi alla questione. Il libro uscito, nel 2017 (The Pimping of Prostitution: “Abolishing the Sex Work Myth”), è stato accolto con grande entusiasmo dalla critica e ha ricevuto eccellenti reviews da grandi firme dell’attivismo sociale, del femminismo, del giornalismo, una fra tutte, Gloria Steinem.

 

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Julie Bindel a Bookcity


Milano, 17 novembre, h 14.


– VandA.ePublishing presenta  Julie Bindel a Bookcity.

Sabato 17 novembre alle 14 sarà presentato, in occasione di Bookcity, il nuovo libro di VandAePublishing: Il mito Pretty Woman. Come la lobby dell’industria del sesso ci spaccia la prostituzione uscirà a gennaio 2019 in coedizione con Morellini Editore.

L’incontro si tiene al Teatro Franco Parenti – Cafè Rouge sabato 17 novembre alle ore 14.

Di seguito la locandina dell’evento:

 

Vi aspettiamo al Teatro Franco Parenti, in via Pier Lombardo 14, Milano.