Giuseppina Norcia presenta Con cuore di Donna
Giuseppina Norcia presenta Con cuore di Donna
Donne di destra, ovvero come si costruisce il consenso al familismo
di Monica Lanfranco
Ci sono libri che con la loro chiarezza non scadono mai, perché la loro attualità sta nell’analisi con strumenti di lettura universali della realtà anche se il tempo scorre. Uno di questi libri è stato scritto nel (apparentemente) lontano 1982 dalla studiosa, scrittrice e attivista femminista Andrea Dworkin, che così ne ringraziava un’altra per esserne stata la scintilla: ”Questo libro deve la propria esistenza a Gloria Steinem: è stata sua l’idea di ampliare un saggio precedente, Safety, Shelter, Rules, Form, Love: The Promise of the Ultra-Right, apparso su Ms. (giugno 1979), fino a trasformarlo in un volume. Ringrazio Gloria non solo per l’idea, ma anche per avere insistito sulla sua importanza”.
Nelle cinque parole del saggio pubblicato dall’autorevole mensile femminista Usa sta la chiave per capire molto del tempo nel quale noi viviamo: della fascinazione di gran parte dei popoli europei per il nazionalismo, del consenso, anche a sinistra, verso il relativismo culturale e, infine, del benestare femminile verso la destra politica e ideologica, che oggi in Italia ha nella prima ministra una antesignana di spicco (prima donna in questo ruolo, che ricopre negando di nominarsi donna mentre lo esercita, in una torsione simbolica degna di sforzi che andrebbero meglio riposti).
Sicurezza, riparo, regole, modello, amore: ecco i cinque concetti messi sotto la lente nel libro della Dworkin Donne di destra – la politica delle donne addomesticate, tradotto e pubblicato dalla casa editrice femminista Vanda con la preziosa introduzione di Stefania Arcara e Deborah Ardilli.
Le cinque parole, secondo Dworkin, sono le pietre miliari simboliche sulle quali si costruisce l’adesione, delle donne in particolare, al pensiero e alla politica della destra, specialmente nei passaggi di crisi cruciale come questa che stiamo attraversando. Ogni essere umano ha bisogno di vivere potendo contare su livelli accettabili di sicurezza e riparo, come ha necessità di condividere con altri esseri umani regole e modelli di comportamento e, infine, ha bisogno di amore e di amare. Ma quando alcuni di questi bisogni e condizioni sono minacciati, ecco che si riduce lo spazio per la negoziazione e si rischia di cadere nella trappola del consenso cieco a chi, promettendo protezione in primis, la fornisce al prezzo della diminuzione della propria libertà, quella individuale così come quella collettiva.
Per raccontare e spiegare a fondo il meccanismo che induce le donne a dare consenso alla destra politica, Dworkin analizzò il fenomeno della prostituzione e della pornografia, che indagò per decenni dopo una dolorosa parentesi di vissuto personale, concludendo che “Quello che i pornografi hanno fatto è stato prendere la libertà sessuale per cui avevamo lottato e trasformarla in un’industria orientata al profitto, che fornisce prodotti, incentrata sull’odio per le donne”.
Come sostengono Arcara e Ardilli nell’introduzione al testo occorre, anzitutto, disporsi a riconoscere che se la destra familista e antiabortista manipola con successo le paure delle dominate, al punto da rendere allettante un’insidiosa offerta di protezione, è perché fa leva su paure realmente fondate: non in un comparto separato dell’inconscio femminile, e nemmeno in un’indole naturalmente timorosa, ma nella situazione concreta delle donne all’interno della società patriarcale.
Le donne di destra «non hanno torto», sostiene ripetutamente Dworkin. Non hanno ragione, ma ciò non significa che siano in preda all’obnubilamento totale. Presa isolatamente, e letta maliziosamente, l’affermazione «non hanno torto» può suonare come una rovinosa concessione ideologica al conservatorismo. Ricollocata all’interno del suo contesto argomentativo, rimanda alla tragedia della salvezza ricercata attraverso la propria distruzione, sotto un imperativo di sopravvivenza che riduce severamente i margini di manovra e le possibilità di fuga.
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Intervista ad ANGELA DI LUCIANO, co-fondatrice di VandA edizioni insieme a VICKI SATLOW e SILVIA BRENA, che ci parla delle origini della casa editrice e di tre strenne proposte di VandA.
1) PINA MANDOLFO, Lo scandalo della felicità, 2023.
2) CAROL GILLIAGAN e NAOMI SNIDER, Perché il patriarcato persiste, 2021
3) ANDREA DWORKIN, Donne di Destra. La politica delle donne addomesticate, 2023.
Anna Momigliano (1980) è laureata in Antropologia alla University of Pennsylvania nel 2002. Giornalista e saggista, è esperta di Medio Oriente e società israeliana. Scrive per il New York Times, Haaretz e pubblica con Il Mulino.
La mia vita è in preordine ora con introduzione di Anna Momigliano.
Golda Meir (1898-1978) è stata una politica israeliana, un’insegnante e la quarta donna al mondo e l’unica in Israele a ricoprire la carica di primo ministro. Spesso descritta come la Lady di Ferro della politica israeliana, David Ben-Gurion la definiva “il miglior uomo del governo”. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il James Madison Award for Distinguished Public Service, dell’Università di Princeton, e il Premio Israele, per il suo speciale contributo alla società e allo Stato di Israele. Inserita nella Colorado Women’s Hall of Fame, diversi i luoghi a lei dedicati, tra cui la biblioteca dell’Università del Wisconsin-Milwaukee, una piazza a New York e un boulevard a Gerusalemme.
VandA ha pubblicato il suo volume La mia vita. L’unica donna nella stanza (2024).
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La scrittrice e formatrice Monica Lanfranco: “Insegnate ai vostri figli maschi che no significa no”.
In “Mio figlio è femminista” l’educazione diventa uno strumento per dire no alla violenza contro le donne. Sabato 25 novembre l’autrice femminista Monica Lanfranco presenterà il suo “manuale di istruzioni” per arginare la cultura misogina.
“Se vi state chiedendo, essendo madre, padre o comunque punto di riferimento educativo di un bimbo o un ragazzo, se sia possibile trasferire le idee del femminismo in un giovane maschio d’oggi la mia risposta è decisamente sì”. Lo afferma la giornalista Monica Lanfranco, autrice del libro “Mio figlio è femminista”.
In questi giorni in cui il dibattito si è acceso su femminicidi e patriarcato, considerato causa della violenza di genere, il libro, che sabato 25 novembre alle ore 17 sarà presentato ad Aosta, risulta più attuale che mai.
25 novembre
ore 17:00
Centro Donne Contro la Violenza
Via Torino 18, AOSTA
Venerdì 24 novembre
ore 15:00
Cinema Capitol Monza
Via Pennati, 10
21 novembre
ore 17:00 – 19:00
Aula Magna Liceo Medi, Senigalla
Gertrude Stein, scrittrice, intellettuale, attivista femminista americana. Trasferitasi a Parigi all’inizio del secolo per restarci fino alla morte, dichiaratamente lesbica, diventa la profetessa dell’avanguardia letteraria e figurativa del primo Novecento. Il salotto letterario a cui diede vita insieme con la sua compagna Alice B. Toklas fu uno dei più importanti dell’epoca, luogo d’incontro da cui passarono Picasso, Braque e Matisse, Fitzgerald e Hemingway. Vastissima la sua produzione letteraria, non interamente tradotta in Italia.
VandA ha pubblicato Sono soldi i soldi? Scritti americani nel gennaio 2024.
Il sogno delle donne. La parità nel lavoro familiare e nel lavoro retribuito
Donne che lavorano di più e guadagnano meno
16 novembre alle 09:00
Università degli Studi di Milano, Via Conservatorio 7 – Aula 10
con Cinzia Meraviglia, Monica Santoro e Paola Villa
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Ti voglio, dunque sei mia! L’incubo delle donne
Il demone amante
19 novembre alle 16:30
CADMI, Via Piacenza 14, Milano
con Robin Morgan, Maria Nadotti, Luisa Betti Dakli e Marina Senesi
Monica Lanfranco presenta “Mio figlio è femminista” e discute il suo libro con Clara Natale al Circolo Culturale Sandro Pertini.
13 dicembre
ore 19:30
Loggiato Gemmi, Sarzana
Monica Lanfranco presenta “Mio figlio è femminista” e discute il suo libro con Mara D’Arcangelo, responsabile biblioteca “Di Vittorio” CGIL Bergamo.
6 novembre
ore 18, Sala “Lama”
CGIL Bergamo, Via Garibaldi 3
Dal chiostro alla libertà, Pina Mandolfo racconta in questa videointervista la storia di Anna Valdina
giovedì 12 ottobre ore 17:30
con Monica Lanfranco
Venite a trovarci a RainbowLab, Via Gibello 17r, Genova
30 Settembre 2023
giovedì 12 ottobre ore 19:00
con Cristina Pietrantonio
In questo viaggio di (ri)scoperta parleremo di:
PIACERE (come diritto, fonte di benessere e preziosa competenza evolutiva);
CREATIVITÀ (che fluisce naturalmente uscendo dalla vergogna di esistere in quanto donne);
SOSTENIBILITÀ (il ciclo mensile ha molto da insegnarci su noi stesse, le relazioni, il management dei processi);
MULTIPOTENZIALE (attivato dalle nostre iniziazioni biologiche, dal Menarca alla Menopausa).
Mio figlio è femminista – Pink Magazine Italia
“Mio figlio è femminista” è un libro della giornalista, scrittrice e formatrice Monica Lanfranco, madre, tra l’altro, di due figli maschi, ormai giovani uomini.
È un libro del quale il sottotitolo cattura l’attenzione forse ancor più del titolo stesso.
“Crescere maschi disertori del patriarcato”, dove le parole “disertori” e “patriarcato” rendono immediata la necessità di questa battaglia culturale ed educativa che dovrebbe iniziare nella famiglia e continuare a scuola.
A tal proposito, interessanti (spesso tristemente) le esperienze personali dell’autrice nelle nostre scuole italiane, dove la povertà dei ragazzi (non tutti, naturalmente e per fortuna) è ben descritta perfino nel loro (non) modo di vivere il loro ingombrante corpo di adolescenti. Non sanno muoversi se non colpendo, spostando, facendo cadere. La violenza verbale e fisica riempie dei vuoti di crescita evidenti. Nessuno ha saputo parlare, spiegare, rassicurare, mostrare anche con l’esempio che con le mani si può costruire, abbracciare, accarezzare.
La maggior parte di loro indossa e possiede oggetti all’avanguardia e molto costosi, ma ben pochi sanno esprimere un pensiero gentile, fare un discorso civile, avere consapevolezza del proprio corpo, dei sentimenti e delle emozioni (e le sa gestire e controllare).