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DDL Zan: qualcosa da leggere

Ecco una serie di nostri titoli in relazione al DDL Zan:

Buona lettura!

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Recensione di “Racconti Italiani” su Radio 24, “Un Libro Tira l’Altro” di Salvatore Carrubba

Domenica 24 Ottobre alle 22:30, su Radio 24 nel programma Un Libro Tira l’Altro di Salvatore Carrubba, verrà recensito il libro Racconti Italiani, del nostro autore François Koltès.

Clicca qui per il link per scaricare la diretta.

Vi invitiamo ad ascoltare!

 

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Presentazione “Racconti Italiani” su lepetitjournal.com

È uscito un articolo sull’incontro di presentazione di Racconti Italiani su lepetitjournal.com, web magazine dedicato alla comunità francese a Milano.

Puoi leggerlo QUI.

Insieme all’autore François Koltès interverrà Oliviero Ponte di Pino e Marina Senesi leggerà alcuni brani del libro.

Il biglietto di ingresso è di 5€ e sarà possibile comprare il libro Racconti Italiani a un prezzo speciale di 10€ invece che 15€.

Vi aspettiamo!

 

 

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“Il Personale è Politico” VandA e le sue autrici al Salone Internazionale del Libro di Torino

Lo sapevi?

Saremo al Salone Internazionale del Libro di Torino!

Domenica 17 Ottobre alle 15:00 saranno presenti due ospiti speciali.

Rossana Carturan, autrice di Marinella, e la nostra autrice Monica Lanfranco, autrice di Voi Siete in Gabbia, Noi Siamo il Mondo. L’evento sarà moderato da Angela Di Luciano di VandA Edizioni.

Oltre a questo evento, saremo presenti per tutta la durata del Salone.

Ci puoi trovare al PADIGLIONE OVAL – STAND W12-X11.

Vi aspettiamo numerosi!

Puoi comprare i biglietti per il Salone Internazionale del Libro qui!

 

 

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Presentazione “Racconti Italiani” su mentelocale.it

Mentelocale.it,  il web magazine indispensabile che segnala gli eventi da non perdere a Milano e dintorni, segnala l’incontro di presentazione di Racconti Italiani che si terrà lunedì 11 ottobre alle 18.30 al Café Rouge del Teatro Franco Parenti.

Puoi leggere l’articolo QUI.

Insieme all’autore François Koltès interverrà Oliviero Ponte di Pino e Marina Senesi leggerà alcuni brani del libro.

Il biglietto di ingresso è di 5€ e sarà possibile comprare il libro Racconti Italiani a un prezzo speciale di 10€ invece che 15€.

Vi aspettiamo!

 

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“A tu per tu con François Koltès” su TuttoMilano

Grazie Fiorella Fumagalli per aver segnalato l’incontro di presentazione di Racconti Italiani sull’ultimo numero di TuttoMilano, settimanale di appuntamenti, spettacoli ed eventi per il tempo libero.

Puoi leggere l’articolo QUI.

Ricordiamo che l’incontro si terrà lunedi 11 Ottobre alle ore 18.30, presso il Café Rouge del Teatro Franco Parenti di Milano. Insieme con François Koltès interverrà Oliviero Ponte di Pino e Marina Senesi leggerà alcuni brani del libro.

Il biglietto di ingresso è di 5€ e sarà possibile comprare il libro Racconti Italiani a un prezzo speciale di 10€ invece che 15€.

Vi aspettiamo!

 

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#branidaleggere “Aphra Behn, l’incomparabile Astrea” di Vita Sackville-West

Ecco qui un estratto dal libro Aphra Behn, l’incomparabile Astrea di Vita Sackville-West in uscita il 20 Ottobre.

 

Potete preordinare il libro qui, anche in versione e-book!

 

❝Aphra Behn, quella signora affabile «che indossa una vestaglia slacciata, con il collo e i seni scoperti… Che fuoco ha negli occhi! Che passione nei movimenti! Quanta sicurezza nella sua espressione!». Quella signora nasce a Wye, vicino a Canterbury, nell’estate del 1640 e da giovanissima scompare dalle coste dell’Inghilterra e dalle pagine di una biografia rispettabile. Dal momento in cui, neonata, fu portata in braccio oltre i campi di luppolo nella chiesa ai piedi della collina verde di Wye, intraprese una carriera ricca di controversie e contraddizioni. La sua famiglia, il luogo di nascita, il ceto sociale del padre, la grafia del nome, i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza, la grafia del cognome del marito, la stessa esistenza di un marito, sono tutti stati oggetto di discussione. Il che rende la questione particolarmente delicata e stimolante per il biografo. Dovrà chiamarla Aphra, Ayfara, Aphara, Aphora, Afra, Apharra, Afara o, ancor più fantasticamente, Aphaw o addirittura Fyhare? Dovrà chiamarla Amis o Johnson? Dovrà scrivere Behn, Bhen o Behen? Dovrà tenerla a Wye o spedirla in Suriname? Se la spedisce in Suriname, deve spedircela una o due volte? Deve credere a Van der Albert e a Van Bruin? Lei riposa sotto una lastra di marmo nero nell’Abbazia di Westminster e non può rispondere a queste domande.

Ma diciamo subito che Aphra Behn non è Shakespeare, a proposito del quale il più piccolo indizio su un particolare della vita sarebbe considerato prezioso e degno di essere indagato. Il biografo che si fa strada nel groviglio di date e di fatti, che si avventa con gioia su qualche inaspettata conferma, che fa a pezzi, distrugge e infine scarta definitivamente qualche teoria plausibile, dipanando una storia con la pazienza con cui si dipana un filo imbrogliato e lo si riavvolge in un gomitolo ordinato – il biografo potrebbe farsi tentare da analisi così minuziose da risultare solo noiose per il lettore comune. È già abbastanza se riuscirà a convincere il lettore a prendere per buono il suo bagaglio di conoscenze specifiche e a permettergli di tracciare un’immagine più nitida, l’immagine della signora Behn nella sua vestaglia slacciata, una donna magari un po’ trasandata e spesso un po’ volgare, ma sempre generosa, calorosa e gentile, che lavora sodo scrivendo in fretta i suoi dialoghi in una squallida stanza londinese. Ogni tanto è interrotta dai giovani scribacchini di Grub Street che bussano alla porta, certi di essere accolti da battute scherzose, solidarietà e buonsenso e – se necessario – dal soccorso di un borsellino di solito non troppo pieno. Una volta il nome di Aphra Behn si poteva a stento pronunciare, o lo si pronunciava solo scusandosene: quel nome era sinonimo di tutto ciò che di osceno vi era nella vita e nella letteratura. «Era solo una sgualdrina», afferma uno scrittore con tono irritato e altezzoso, «che danzava nel lerciume». Eppure, anche se ambienta le sue scene in bordelli e camere da letto, se il suo linguaggio non è consigliabile ai delicati di stomaco e se nella vita privata ha seguito i dettami della propria inclinazione piuttosto che quelli della morale convenzionale, nella storia della letteratura inglese Aphra Behn rappresenta qualcosa di molto più importante di una semplice sgualdrina. Il fatto che abbia scritto è molto più importante della qualità di ciò che ha scritto. Aphra Behn è importante perché è stata la prima donna in Inghilterra a guadagnarsi da vivere con la penna.

È vero, l’impareggiabile Orinda aveva preceduto l’incomparabile Astrea. Ma Orinda non era una scrittrice professionista. Non doveva guadagnarsi da vivere. Non era né romanziera, né drammaturga: era solo una ricca dilettante che si occupava a tempo perso di poesia, un’apostola dell’amicizia che ospitava un salotto letterario. C’era stata la duchessa di Newcastle, castle era una gran donna, seppur eccentrica, la quale, anche se scrisse – e scrisse freneticamente – per la fama, non può essere considerata in alcun senso del termine una che si mise in competizione nel mondo concorrenziale delle gelosie letterarie. La signora Behn, invece, si gettò nella mischia. Stava a Grub Street insieme ai migliori scrittori, rivendicava gli stessi diritti degli uomini, fu un fenomeno mai visto prima e, quando fu notato, suscitò un’ostilità feroce. La rabbia dei suoi critici e dei suoi rivali fu eguagliata solo dalla sua rabbia per non essere giudicata in maniera imparziale. Era ben consapevole del proprio ruolo di pioniera e sicura di saper portare avanti il compito che aveva intrapreso: la sua lingua e la sua penna divennero taglienti di fronte all’ingiustizia degli attacchi sferrati contro di lei. «Un’opera penosa – dannazione! – perché è di una donna». Benché talvolta arrabbiata e spesso ferita, non si scoraggiò mai. Romanzi, traduzioni, poesie, opere teatrali sgorgarono dalla sua penna, insieme a ingiurie e rappresaglie contro i suoi detrattori. Dal momento in cui iniziò a scrivere fino al giorno della sua morte, non fu mai sconfitta. Con la sua ostinazione ha reso un servizio al suo sesso, e non fu un servizio da poco. Una schiera di donne seguì la strada da lei tracciata con tanta fatica: Elizabeth Rowe, Mary Pix, Eliza Haywood, Jane Barker, Penelope Aubin, Mary de la Rivière Manley, per nominarne solo alcune, furono le sue eredi dirette. Le sue opere forse non vengono lette, ma è in qualità di pioniera che, a sua eterna gloria, dovrebbe essere ricordata…❞

 

Vi è piaciuto questo estratto?

Correte a preordinare il libro!

versione cartacea 

versione e-book

 

 

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Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” di Monica Lanfranco alla Casa di Quartiere, Alessandria

Mercoledì 20 Ottobre alle ore 18.00, presso il La Casa di Quartiere di Alessandria, in via Verona 116, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo.

L’incontro sarà presentato da Peter Nicolisi, e l’autrice Monica Lanfranco dialogherà con Mara Scagni.

Vi aspettiamo numerosi!

 

A vent’anni dai fatti di Genova un libro importante dal punto di vista delle donne.
Le giovani generazioni domandano sul G8 di Genova del 2001, vogliono sapere, vogliono
capire. Hanno bisogno del racconto reale di chi c’era e di chi il G8 l’ha vissuto sulla propria
pelle. Questo libro è un racconto personale e politico non solo degli eventi, del movimento
e delle istanze, ma anche di elaborazioni politiche e dei progetti femministi purtroppo
occultati dai fatti di luglio del 2001. La morte, la violenza, il sangue, gli abusi, la ferita
inferta alla democrazia hanno seppellito a lungo, inevitabilmente, i contenuti dello sguardo
femminista di allora, che furono fortemente profetici riguardo ai pericoli dell’impatto della
globalizzazione neoliberista sulle nostre vite e sul pianeta. Questo sguardo, allora
premonitore, è ancora oggi limpido, attuale e più che mai necessario.

Monica Lanfranco è giornalista, scrittrice e formatrice, conduce corsi sulla comunicazione e il linguaggio non sessista, la storia del movimento delle donne, la risoluzione nonviolenta dei conflitti. Nel 2008 ha fondato Altradimora, vicino ad Acqui Terme, luogo di seminari e incontri con ottica femminista. Dal suo libro Uomini che odiano amano le donne. Virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi (2012) nasce il primo laboratorio di teatro sociale italiano per uomini, Manutenzioni-Uomini a nudo. Tra le pubblicazioni più recenti, Crescere uomini (2019). Dal 1994 dirige il trimestrale femminista Marea www.monicalanfranco.it

 

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Presentazione “Racconti Italiani” di François Koltès al Café Rouge del Franco Parenti, Milano

Lunedi 11 Ottobre alle ore 18.30, presso il Café Rouge del Teatro Franco Parenti di Milano, sarà presentato il libro Racconti Italiani di François Koltès.

Insieme con François Koltès interverrà Oliviero Ponte di Pino e Marina Senesi leggerà alcuni brani del libro.

Il biglietto di ingresso è di 5€ e sarà possibile comprare il libro Racconti Italiani a un prezzo speciale di 10€ invece che 15€.

«Non c’è nulla di arrogante nel guardare in faccia le persone che ci vengono incontro. Anzi, questo è il minimo che si possa fare, l’inizio di ogni rapporto umano, l’origine del contatto sociale.»  François KoltèsRacconti Italiani

Vi aspettiamo numerosi!

 

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François Koltès, Il suo impegno per le donne in Africa

“In Africa, almeno nell’Africa che conosco, ci sono due cose essenziali per la vita, per la dignità, per l’uguaglianza e per il buon funzionamento della società: la salute e la scuola. 

Quello che sappiamo è che la mortalità è enorme. Quello che solo a volte sappiamo è che poche persone riescono a raggiungere l’istruzione superiore e che molti non raggiungono nemmeno la scuola secondaria.

I bambini e le donne sono i più colpiti da malattie come la malaria o l’oncocercosi, perché sono i più esposti e i meno protetti. Il più delle volte sono le donne che vanno a prendere l’acqua dove si trova: nelle paludi, nei fiumi e, se sono fortunate, nei pozzi o nelle trivellazioni. Se non possono arrivarci, sono i bambini che portano i venti chili d’acqua sulla testa lungo sentieri che a volte superano i dieci chilometri. Ed è proprio nelle zone umide che molte delle numerose malattie endemiche colpiscono i bambini e le donne. I bambini spesso non hanno il tempo di frequentare la scuola perché devono andare a prendere l’acqua.

Con Action Directe Sahel, un’associazione finanziata esclusivamente da donazioni, costruisco pozzi per aiutare le donne dei villaggi, in modo che loro e i loro bambini possano avere accesso all’acqua, a un’acqua potabile e a una distanza ragionevole dalle loro case.

L’impatto degli oltre 700 pozzi che ho costruito in 40 anni in Togo, Benin, Ghana, Niger e Camerun, anche se non ha cambiato la situazione generale del continente, almeno ha migliorato le condizioni di salute di donne e bambini e ha incrementato la frequenza scolastica nei villaggi.”

(François Koltès)