Pubblicato il

Matte da scrivere, quarta edizione

Ritorna il corso di lettura e scrittura creativa Matte da Scrivere di Chiara Aurora Giunta in collaborazione con VandA Edizioni.

Il corso si svolgerà presso la libreria Pescebanana, via Umberto I, 199, Catania.

Le regole della lettura e della scrittura per scoprire il mondo segreto degli scrittori. Parleremo insieme dei percorsi della creatività, dei misteri dell’ispirazione, della nascita dei personaggi, della rilevanza delle descrizioni di ambienti, della funzione dei dialoghi e del modo più consono di articolarli, della tessitura delle trame e di altro ancora. Il corso è rivolto a coloro i quali amano leggere o desiderano cimentarsi nell’arte della scrittura creativa. Dialogheremo del mondo nascosto dietro storie avvincenti e della loro relazione con il mondo reale e le esperienze personali, di modo che la lettura diventi un’esperienza più vasta e coinvolgente. Il percorso aiuterà i lettori a vedere oltre la pagina stampata e gli aspiranti scrittori a esprimere la propria creatività.

Come ogni anno, alla fine del corso i lavori prodotti e ritenuti validi saranno pubblicati dalla casa editrice VandA, promotrice dei corsi.

Ecco i due libri pubblicati nelle ultime due edizioni: Certe Storie 2019Certe Storie 2020.

Vi aspetto ansiosa di condividere con voi le mie esperienze di autrice.

Chiara Aurora Giunta

CALENDARIO 2021/2022

CORSO BASE (euro 300, IVA inclusa)

12-13 Ottobre, h. 17-19

12-13 Gennaio, h. 17-19

23-24 Marzo, h. 17-19

CORSO AVANZATO (euro 300, IVA inclusa)

8-11 Ottobre, h. 17-19

10-11 Gennaio, h.17 –19

21-22 Marzo, h. 17-19

Per maggiori informazioni:

mattedascrivere@vandaepublishing.com

 

 

 

Pubblicato il

#branidaleggere “Il Caso del Cane Marrone”, Peter Mason

Ecco un estratto dal libro “Il Caso del Cane Marrone” di Peter Mason, un fatto di cronaca avvenuto nella Londra dei primi del Novecento. In questo estratto conosciamo due studentesse attiviste che iniziano ad indagare sulla crudeltà afflitta agli animali vivisezionati vivi nelle scuole di medicina di Londra.

Clicca QUI per acquistare il libro!

Lind-af-Hageby e Schartau si conoscevano fin dall’infanzia,
vissuta nel confortevole e privilegiato mondo dell’alta
società scandinava. Lind-af-Hageby, figlia più giovane di
un ex giudice, dopo una prima istruzione a Stoccolma aveva
studiato per un periodo al Cheltenham Ladies College in
Inghilterra, mentre Schartau era figlia di un capitano dell’esercito
svedese.

Sebbene si fossero incontrate molte volte, fu solo all’età
di circa vent’anni che strinsero un forte legame di amicizia
dopo un casuale incontro all’Opera House di Stoccolma,
quando scoprirono il comune interesse per la scienza, le
giuste cause e il desiderio condiviso, ma ancora indefinito,
di migliorare il mondo.

Nel 1900 decisero di mettersi entrambe in viaggio per
Parigi, il cui momento clou sarebbe stato una visita all’Istituto
Pasteur, rinomato centro di ricerca medica. Erano andate
per ammirare i progressi della scienza moderna, ma
nessuna delle due si aspettava la non regolamentarità dei
laboratori francesi, dove si tollerava quasi ogni genere di
esperimento animale, anche il più brutale e privo di fondamento
scientifico. Quel che videro all’Istituto Pasteur le
inorridì.

A distanza di circa venticinque anni Lind-af-Hageby dichiarò:
«Trovammo gabbie su gabbie, grandi stanzoni con
centinaia di animali ai quali erano state inoculate malattie.
La nostra guida, un giovanotto a modo e gentile, talvolta
apriva una gabbia, raccoglieva il corpo senza vita di un coniglio
o di un porcellino d’india e lo lanciava in un secchio
sotto il tavolo. Quando gli domandai esterrefatta se ogni
animale al quale era stata inoculata la malattia fosse stato
studiato con attenzione, egli replicò che era periodo di ferie
e che molti ricercatori non erano a lavoro».

Lind-af-Hageby rimase particolarmente scossa nel vedere
la difficoltà di un cane che tentava di raggiungerla con le
zampe attraverso le sbarre della gabbia. «Quello sguardo
sofferente e la sua richiesta di aiuto mi toccarono il cuore.
Da allora il destino degli animali vivisezionati è stata la mia
costante preoccupazione» disse. Anche Schartau ne fu turbata,
e fu così che le due giovani amiche, ormai convinte
oltre ogni dubbio dell’immoralità e della non scientificità
della vivisezione, trovarono la missione della loro vita.
Al rientro in Svezia, lo stesso anno, iniziarono a prendere
confidenza con la lotta alla sperimentazione animale. Nel
dicembre del 1900 fondarono insieme la Anti-Vivisection
Society of Sweden, di cui divennero segretarie onorarie nell’aprile
del 1901.

Determinate a combattere la vivisezione sul suo stesso
campo, accelerarono gli studi di fisiologia e nel giro di un
anno decisero di trasferirsi a Londra per ampliare le loro
conoscenze. Poco più che ventenni, nell’autunno del 1902
si iscrissero alla London School of Medicine for Women
(adesso Royal Free Hospital), dove non venivano condotti
esperimenti sugli animali. La scuola consentiva tuttavia alle
studenti di assistere a dimostrazioni in altre università della
capitale, ed entrambe le donne colsero appieno questa opportunità.
Frequentarono circa cento lezioni e dimostrazioni in vari
laboratori, cinquanta delle quali coinvolgevano esperimenti
su animali vivi e venti potevano essere classificate come vere
e proprie vivisezioni. Per tutto il tempo mantennero un
profilo basso, pur rivelando la loro identità e le loro vedute
scientifiche quando esplicitamente richieste, e presero molti
appunti su ciò a cui avevano assistito.

Vari mesi dopo Lind-af-Hageby e Schartau decisero di
aver visto abbastanza, e fu con disgusto che nell’aprile 1903
abbandonarono gli studi. Non è chiaro se la decisione fosse
stata programmata fin dall’inizio, Lind-af-Hageby dichiarò
che entrambe avevano però sempre avuto come obiettivo
quello di concludere gli studi: «All’inizio non avevamo in24
tenzione di rendere pubbliche le nostre esperienze in questo
modo, speravamo solo di poter fare meglio il nostro lavoro.
L’idea di lavorare a un esame finale e conseguire una laurea,
nostro obiettivo iniziale, è stata abbandonata in quanto la
fisiologia è al momento inscindibile dagli esperimenti sugli
animali, e nessuno che si opponga a questi potrà mai avere
opportunità di conseguire la laurea».

Di sicuro le due donne sembravano perfettamente in
grado di completare gli studi se solo avessero voluto. Un
loro futuro nemico ammise che «entrambe erano considerate
dal professore di fisiologia studentesse avanzate e intelligenti».

Tuttavia dovevano essere state al corrente che il corso
avrebbe previsto la vivisezione, e questo sembra essere
stato proprio il motivo per cui si iscrissero. È più probabile
che avessero considerato il corso un’opportunità per raccogliere
informazioni, come suggeriscono le loro azioni successive.
Si erano iscritte alla London School of Medicine
come studentesse “parziali”, in un percorso più economico
istituito per chi non intendeva completare gli studi necessari
per conseguire il titolo di medico.
Il 14 aprile 1903, quasi appena abbandonati gli studi,
Lind-af-Hageby e Schartau mostrarono il manoscritto dei
loro diari a Stephen Coleridge, avvocato di ottima famiglia
da sempre impegnato nella causa antivivisezione e segretario
onorario della National Anti-Vivisection Society (NAVS).
Lessero alcuni passi dei diari che avevano in programma di
pubblicare e gli riportarono le proprie esperienze nelle diverse
università di medicina di Londra. Coleridge fu colpito
dalle rivelazioni nel capitolo intitolato “Divertimento”, in
cui le donne dichiaravano di aver assistito ad angoscianti
esperimenti animali di gran lunga inutili, condotti in un’atmosfera
generale di spensieratezza nei teatri di fisiologia
della University of London’s University College, uno dei
centri all’avanguardia nella vivisezione.
Nello specifico, fornirono dettagli di una dimostrazione
in particolare, alla presenza di circa 70 studenti, nel tardo
pomeriggio del 2 febbraio 1903, in cui un cane marrone,
con una visibile ferita (presumibilmente esito di un esperimento
precedente), veniva sezionato al collo per illustrare la
sua ghiandola salivaria. Il cane, che a detta delle spettatrici
svedesi sembrava non essere propriamente anestetizzato, si
contorceva nel dolore durante la dimostrazione finché, circa
mezz’ora dopo, veniva portato via per essere abbattuto.
Coleridge era convinto di trovare in questo racconto almeno
due possibili violazioni alla legge contro la crudeltà
verso gli animali, il Cruelty to Animal Act del 1876, che la
sua stessa società aveva contribuito a promuovere. In primo
luogo, la presenza di due ferite sembrava provare che la bestia
fosse stata oggetto di più di un esperimento, cosa illegale;
inoltre il cane sembrava non essere anestetizzato a dovere,
anche questo contrario alla legge.

Nonostante il ruolo ricoperto dalla NAVS nel promulgare
la legge, Coleridge non credeva a fondo nella sua efficacia:
chiunque volesse appellarsi a essa per denunciare un illecito
doveva farlo entro sei mesi dall’avvenuto presunto misfatto,
in conformità con il Public Authorities Act del 1898; poiché
dunque il racconto degli eventi narrato dalle due donne
si riferiva a quasi quattro mesi prima, Coleridge non avrebbe
avuto a disposizione il tempo sufficiente per raccogliere
materiale probante (se mai ne avesse trovato). Ad ogni modo,
e cosa ancora più rilevante, un’azione legale in nome del
Cruelty to Animal Act poteva essere condotta solo con
l’approvazione del segretario di Stato, un’eventualità rara
fino a quel momento.

Coleridge decise quindi di aggirare quella che gli antivivisezionisti
più radicali consideravano una legge deliberatamente
ostruttiva, spostando la questione su un piano più
ampio. Convinto di poter almeno allacciare delle pubbliche
relazioni utili, decise di portare la questione all’attenzione
nazionale riferendo le accuse delle due donne, rimaste fino
ad allora su un piano privato, in un discorso pubblico di
alto profilo.

Pubblicato il

Recensione “Emily Dickinson. Vita d’amore e poesia” su Leggendaria

“La biografia che Rivera Garretas dedica a Dickinson smentisce l’immagine di creatura solitaria costruita attorno all’artista americana e ci racconta del profondo legame poetico, sentimentale e creativo che la unì per 36 anni alla cognata Susan Huntington”

Grazie Donatella Franchi per la recensione del nostro “Emily Dickinson. Vita d’amore e di poesia” sul numero Giugno – Luglio 2021 di “Leggendaria. Libri Letture e Linguaggi”.

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il

Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” presso UDI Ferrara

Mercoledì 22 settembre alle ore 17.30, presso l’UDI (Unione Donne in Italia) di Ferrara, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco.

«Il retaggio della globalizzazione – cominciammo a capire vent’anni fa, proprio grazie alle elaborazioni femministe a Punto G – era anche quello della paura, che chiude le menti e i cuori di fronte a chi arriva da altri luoghi, colpevole a prescindere, una paura che acceca e generalizza le reazioni secondo la tremenda categoria del nemico. Non una globalizzazione dei saperi, ma una globalizzazione dove le disparità, in primo luogo quella tra i sessi, trionfano e imperano.»
Monica Lanfranco, Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo

Pubblicato il

Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” presso il Circolo Unione Arnatese Cooperativa Sociale (CUAC)


Sabato 18 settembre alle ore 21.00, presso il Circolo Unione Arnatese Cooperativa Sociale (CUAC) di Gallarate, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco.

«Quei due giorni di giugno 2001, il 15 e 16, di enorme fatica e pura felicità fecero vivere a noi che vi prendemmo parte e alla città, ancora aperta, l’illusione che l’intelligenza collettiva di donne tanto diverse per storia, età, retaggio e allo stesso tempo così in sintonia sul desiderio di trasformare il mondo potesse avere la meglio sull’ottusità della violenza.»
– Monica Lanfranco, Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo

Pubblicato il

Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” alla Fiera L’isola Che C’è di Como

Sabato 18 settembre alle ore 17.00, presso la fiera L’isola che c’è di Como, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco.

Non mancate!!

https://www.fieralisolachece.org/
Pubblicato il

Presentazione di “Se la felicità…” a Feminism4

Copertina Se la felicità...

Lunedì 20 settembre alle ore 18.00, in occasione della Fiera dell’Editoria delle Donne Feminism, verrà presentato il volume Se la felicità… Per una critica al capitalismo a partire dall’essere donna, di Alessandra Bocchetti, Rossana Rossanda e Christa Wolf. L’evento si terrà presso la Casa Internazionale delle Donne, Via Della Lungara 19, Roma.
Interverranno Alessandra Bocchetti, Paola Tavella e Livia Turco.

Per partecipare è gradita la prenotazione cliccando QUI.

Pubblicato il

Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” alla Casa dei Circoli Culture e Popoli di Ceriale

Giovedì 16 settembre alle ore 18.00,presso la Casa dei Circoli Culture e Popoli di Ceriale, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco.

«Quei due giorni di giugno 2001, il 15 e 16, di enorme fatica e pura felicità fecero vivere a noi che vi prendemmo parte e alla città, ancora aperta, l’illusione che l’intelligenza collettiva di donne tanto diverse per storia, età, retaggio e allo stesso tempo così in sintonia sul desiderio di trasformare il mondo potesse avere la meglio sull’ottusità della violenza.»
– Monica Lanfranco, Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo

Pubblicato il

“Emily Dickinson. Vita d’Amore e Poesia” su Letterate Magazine.it

Su Letterate Magazine.it è uscita una bella recensione di Emily Dickinson. Vita d’Amore e Poesia di María-Milagros Rivera Garretas, scritta Loredana Magazzeni, da una delle due curatrici del volume.

«In questa interpretazione militante e femminista, che non tace le esperienze familiari dolorose (l’incesto) che la poeta americana subì nel corso della sua vita, né la carica erotica dell’amore verso l’amica, compagna e cognata Susan H. Dickinson, ogni parola, ogni posizione della parola nel verso, ogni sospensione sintattica, ogni maiuscola, ogni spazio bianco, ogni ambiguità doveva essere accolta come parte costitutiva del senso della poesia.»

Ecco l’intero articolo:

Pubblicato il

“Elogio dei corpi delle donne” di Gloria Steinem su Roba da donne.it

Copertina elogio dei corpi delle donne

Su Roba da donne.it è uscita una bella recensione di Elogio dei corpi delle donne di Gloria Steinem.

«Questo saggio di Gloria Steinem sorprende per la contemporaneità dei temi, ed è perciò adatto anche alle donne più giovani che vogliono recuperare i grandi temi del femminismo degli anni ’70.»

Ecco l’articolo:

https://libri.robadadonne.it/libro/elogio-dei-corpi-delle-donne/

Pubblicato il

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” su Liguria Today

Un drammatico luglio: il G8 2001 e il femminismo vent’anni dopo.

Su Liguria Today, un interessante articolo di Daniela Cassini sul femminismo al G8 di Genova, raccontato 20 anni dopo da Monica Lanfranco nel libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo.

«Nei giorni bollenti dei Grandi del mondo riuniti a Genova nel 2001, c’erano anche le donne. Anzi, precedettero nel giugno di quell’anno, pacificamente e creativamente con la sola forza delle idee e della voglia di cambiamento, la zona rossa, gli scontri di piazza, le violenze, i pestaggi, la “mattanza” del luglio seguente.»

Ecco l’articolo:

https://liguria.today/2021/07/21/un-drammatico-luglio-il-g8-2001-e-il-femminismo-ventanni-dopo/

Pubblicato il

“Racconti italiani” di François Koltès su La Sicilia

Sul numero di ieri, 19 luglio, de La Sicilia si parla del libro Racconti italiani di François Koltès.

L’autore dedica all’Italia sette racconti: storie d’amore e disamore. Attimi rubati al tempo, giorni di giovinezza o disincanto. Apparizioni di figure enigmatiche in grado di incarnare il genius loci e le parvenze arcaiche di un Mediterraneo fatto di complessità e di fascini arcani.

Ecco l’articolo:

Pubblicato il

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” su LetterateMagazine.it

Nuovo interessante articolo di LetterateMagazine.it in cui si parla di Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco.

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo”, gridavano molte di quelle donne anche il mese dopo, quando ormai la città si era svuotata dei suoi abitanti, invitati ad andarsene perché le autorità temevano attacchi terroristici e si minacciava l’arrivo di orde di giovani violenti da mezzo mondo, mentre anche i media gonfiavano il clima di paura a dismisura. E “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo”, si intitola il libro con il quale Lanfranco racconta il G8, ma anche quell’incontro di donne che lo precedette, replicato dieci anni dopo sempre a Genova, per mettere ancora al centro la critica femminista alla globalizzazione.

Ecco l’intero articolo:

Pubblicato il

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” su Il Fatto Quotidiano

Lunedì 19 luglio, su Il Fatto Quotidiano, Monica Lanfranco ci ha parlato del suo libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo, in cui racconta la propria esperienza al G8 di Genova, in occasione del ventennale.

Ecco l’articolo completo:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/19/g8-genova-avere-tre-volte-ventanni/6263402/

Pubblicato il

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” di Monica Lanfranco su MicroMega+

Altro articolo che parla di noi sul nuovo numero di MicroMega+, interamente dedicato al ventennale del G8 di Genova (19-22 luglio 2001).
Monica Lanfranco ci parla del suo Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo e della sua esperienza al G8.

« Il movimento femminista interessato alla critica della globalizzazione neoliberista decise allora di organizzare, un mese prima delle iniziative di luglio, il 15 e 16 giugno, due giorni che chiamammo PuntoG-Genova Genere Globalizzazione, replicati poi, sempre a giugno, 10 anni dopo: due straordinarie occasioni per mostrare l’intelligenza collettiva femminista di quante, studiose, attiviste e intellettuali stavano capendo che il neoliberismo avrebbe cambiato (in peggio) l’esistenza umana e quella delle donne in particolare.»

Ecco l’articolo:

Pubblicato il

Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” alla Sala Consiliare di Camogli

Lunedì 19 luglio alle ore 19.00, presso la Sala Consiliare di Camogli, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco, in occasione del ventennale del G8 di Genova.

«Un colpo al cuore, come si dice, alla lettura di questa “chiamata” da parte di persone giovani e desiderose di sapere, e con essa l’emergere della consapevolezza che, sì, il 2021 che si stava affacciando portava con sé l’anniversario dei vent’anni del G8 di Genova, evento che ho sempre sintetizzato in questo modo: “Straordinario e terribile, determinante il prima e il dopo, nella mia vita, rispetto alla politica e alla dimensione pubblica, così come la nascita dei miei figli ha determinato il prima e il dopo nella mia dimensione intima e privata”».
– Monica Lanfranco, Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo

Pubblicato il

Presentazione di “Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” ai Giardini Luzzati di Genova

Domenica 18 luglio alle ore 18.00, ai Giardini Luzzati di Genova, sarà presentato il libro Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco, in occasione del ventennale del G8 di Genova.

“L’esperienza del G8 e la memoria in libri d’autore – Genova 2001 vent’anni dopo: un altro mondo è necessario.”

Pubblicato il

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” di Monica Lanfranco su MicroMega+

Nel nuovo numero di MicroMega+, interamente dedicato al ventennale del G8 di Genova (19-22 luglio 2001), si parla anche di Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco: il femminismo al G8, narrazione degli eventi da parte delle donne che c’erano.

«La violenza poliziesca e la ferita inferta alla democrazia hanno seppellito a lungo anche i contenuti dello sguardo femminista di allora, fortemente profetici sui pericoli della globalizzazione neoliberista. Riflessioni e lotte – scrive Monica Lanfranco nell’articolo “Il G8 di Genova (soprattutto quello femminista) raccontato a chi non c’era” – ancora attuali e più che mai necessarie.»

Pubblicato il

“La piccola principe” – Intervista a Daniela Danna su La Verità

Sabato 10 luglio 2021 sul quotidiano La Verità è uscita una importante intervista a Daniela Danna, autrice del libro La piccola principe

«“Genere” riguarda la vita sociale, le aspettative che abbiamo nell’avere a che fare con una persona di sesso maschile o femminile che ci sono dettate dalla cultura, che cambia. “Sesso” è la base biologica che da centinaia di migliaia di anni, dalla nostra origine distingue l’umanità nei due gruppi, i sessi appunto, necessari alla procreazione. Ci sono solo due gameti, ovulo e spermatozoo per cui ci sono solo due sessi. Il genere è molto più variabile nelle diverse culture e nella storia. Io suggerirei di continuare nel solco dell’analisi femminista che ha liberato le donne dagli stereotipi di genere, che sono gli stereotipi sociali legati al nostro sesso. Se si usano le due parole come sinonimi, si nega che ci sia una differenza tra ciò che la societ culturalmente richiede a maschi e femmine e la realtà biologica sottostante. Lo fanno spesso in inglese, dove sui documenti si indica il
“gender ” – intendendo il sesso -, ma non è una ragione per introdurre questa confusione in italiano».
Daniela Danna

Ecco l’intervista completa:

Pubblicato il

“Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo” di Monica Lanfranco su L’Espresso

Sull’ultimo numero de L’Espresso, un focus sul ventennale del G8 di Genova. Tra i libri segnalati sull’argomento, Voi siete in gabbia, noi siamo il mondo di Monica Lanfranco, che offre un racconto personale e politico degli eventi e delle istanze portate in quei giorni dalle donne e dal movimento femminista.